Roma gode da sempre della benevolenza dei suoi lumi tutelari, e il 5 giugno ne conquista uno in più, niente meno che David LaChapelle. “Da oggi – spiegano i curatori – la Città Eterna ha un angelo in più, che plana sui sette colli sulle ali di ampissimi veli di seta: stupefacente, onirico, sul confine esatto fra misticismo ed ironia, David LaChapelle, vittorioso protagonista dei lucidissimi anni ’90, in grado di raccontare, ancora oggi, cosa significhi rendersi proprietari di un’estetica. Rendiamo immortale la nostra visione della vita”.

Il RUFA Contest è al suo quinto anno di vita e ha la mission di fare dell’estetica il linguaggio dell’ordinario, il principio del quotidiano capace di sgominare “la perniciosità del dozzinale a forza di sciabolate di colore e lanci sulfurei di granate anti-convenzionalità”.

Gli studenti del RUFA, un’Accademia che produce cultura visiva, sono chiamati ogni anno a costruire una personalissima visione del mondo, dato che, è una ovvietà, l’estetica è la figlia prediletta dell’espressione personale. La “Divina estetica” è il tema del concorso di quest’anno, e David LaChapelle il suo Presidente di Giuria. Gigante tra i giganti, dunque, sarà il vincitore di quei 2.500 euro, e un biglietto di andata e ritorno per New York con la possibilità di incontrare l’artista nel suo studio.

Il 5 giugno, al teatro Brancaccio, si potrà assistere alla premiazione e incontrare questo mostro sacro dell’arte contemporanea, l’uomo che ha riparadigmato il linguaggio degli ultili 30 anni. Dopo Stefan Sagmeister, Karim Rashid, Francis Keré e Shirin Neshat, il RUFA Contest si colora di potenza visiva, perchè LaChapelle non è solo un interprete magistrale dei nostri tempi, ma vero talento strabordante, personalità eclettica, con le sue esatte percezioni su cosa sia divino. A lui e al suo punto di vista sul mondo si sono ispirati gli allievi in gara.

Dal palco dello storico teatro capitolino, dunque, i migliori professionisti del mondo delle arti, della comunicazione, della progettazione e dell’intrattenimento sono chiamati a selezionare e giudicare le opere in gara per consentire a LaChapelle di scegliere l’opera vincitrice in diretta: “È anche attraverso il Contest – spiegano i curatori – che gli studenti RUFA devono imparare a pronunciare il proprio nome, e per fare questo hanno a disposizione i linguaggi stringenti dell’arte e della comunicazione. Che non fanno sconti, e premiano chi riesce a governare la realtà dei segni e delle idee. Attraverso un portafoglio di tecniche espressive vastissimo e ricco di suggestioni, i partecipanti alla quinta edizione del contest devono riuscire a raccontare sé stessi e il loro sguardo su ciò che significhi estetica: delle cose, dei tempi, della società, dei sentimenti. Di ciò che vogliono, basta che sia la estetica”.

C’è una morale nel bello? C’è un senso nell’orrore? L’evento spettacolo del RUFA Contest 2019 proverà a raccontare la relazione con la perfezione attraverso la premiazione stessa, lo spettacolo dell’arte dentro lo spettacolo dell’arte, in un evento aperto, pubblico e gratuito.

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