E’ il primo libro italiano a raccogliere studi scientifici internazionali sia di tipo qualitativo, sia quantitativo, sulle famiglie omogenitoriali, ossia composte da due genitori dello stesso sesso. Senza fare polemica, ma col rigore tipico di chi, come l’autrice, dedica la sua vita alla ricerca, i capitoli approfondiscono le problematiche endogene ed esogene intorno a questo tema. Si rintracciano le tipicità delle relazioni intime di lesbiche e gay e si ricostruisce il difficile percorso verso la genitorialità omosessuale, ma la cosa forse più interessante, per rispondere a quesiti che tanto angosciano parte della nostra società, è l’indagine sui figli di queste coppie: si raccontano le loro esperienze, si ricostruisce il loro modello di adattamento.

I capitoli 5 e 6, infatti, sono una risposta forte e chiara a dichiarazioni come quelle, che tante polemiche hanno scatenato, dei due stilisti Dolce&Gabbana o, prima di loro, di Guido Barilla, entrambi pubblicamente schierati contro questi figli “sintetici”, e le loro famiglie “innaturali”. “Omogenitorialità” è un libro coraggioso per una casa editrice coraggiosa ed esce in un momento delicatissimo per il dibattito pubblico italiano, dato che il nostro Parlamento è proprio adesso impegnato nel tentativo di regolamentare una situazione de facto (quella degli oltre 10 mila bambini – censiti ormai dieci anni fa – figli di coppie omosessuali). Non solo, si prende l’oneroso incarico di spiegare in modo laico e non ideologico (forte di una bibliografia ricca e rigorosa) perché ogni famiglia è “naturale” in una società dove le ”famiglie” sono declinate in un crescendo di diversità. Accanto agli studi, però, anche il racconto: perché, come afferma Claudio Rossi Marcelli che ha curato la presentazione del volume, “quando si parla di omogenitorialità la vita reale convince molto più dei princìpi astratti, e l’arma migliore per rispondere alle discriminazioni e ai pregiudizi sono i fatti.

Una volta mia figlia è tornata da scuola dicendo: «Nadija mi ha detto che non si possono avere due papà» «E tu che le hai risposto?» «Le ho detto che è possibile eccome: io ce li ho.»”. Brava la Goldberg, assistente universitario presso il Dipartimento di Psicologia della Clark University di Worcester, nel Massachusetts, che ha dedicato il suo lavoro allo studio del processo del diventare genitori nelle famiglie non tradizionali, comprese appunto quelle omogenitoriali, focalizzandosi sul cambiamento del ruolo di genere e dell’orientamento sessuale nell’adattamento alla genitorialità in coppie gay e lesbiche, e sull’esperienza degli adulti allevati da genitori omosessuali o bisessuali.(ANSA).

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