Prima di accompagnarvi in un piccolo viaggio emotivo dentro voi stessi, per favore, guardate questo trailer: è il film straordinario, potentissimo, di Francesco Cannavà, un toccante documentario pluripremiato nel 2020 (vincitore del premio del pubblico per la sezione documentari all’ultimo Ortigia Film Festival 2020) sul ménage tra una ragazza disabile e un love giver.

Otto incontri che letteralmente spogliano, insieme a Claudia, ognuno e ognuna di noi, tirando fuori le nostre di disabilità, le paure, le fragilità, la vergogna, i limiti, infilzandoci, via via, nelle tante ignoranze che abbiamo su noi stessə, sulle nostre emozioni: “Ho inserito il corpo e la storia di Claudia nel ciclo naturale delle stagioni – spiega il regista – l’inizio è l’inverno, un albero spoglio che aspetta di nascere e cresce pian piano, come sono i cicli della vita. Marco è la società, una società che dovrebbe prendere tempo per accorgersi degli altri e aiutarli a crescere“.

Ma che cosa è esattamente un love giver? Lo spiega bene il libro LoveAbility, a cura di Maximiliano Ulivieri, che è anche il founder del Comitato Love Giver: è un assistente sessuale per persone disabili, una realtà consolidata in gran parte dell’Europa ma di cui il nostro paese fatica a prendere atto. Grazie a Ulivieri, LoveAbility è anche uno spazio di dating tra persone disabili e non, un luogo dove documentare esperienze di ogni tipo intorno alle abilità affettive e sessuali nelle relazioni che contemplano una o più disabilità.

Anche Sì, scopiamo! (Yes, we fuck!) è un film che consiglio a chi si appassiona quando scopre sensazioni, emozioni e sentimenti che non sapeva di poter provare, a chi si considera un esploratorə nel viaggio sconvolgente che è la vita vissuta con autenticità. E’ un documentario spagnolo del 2015 diretto da Antonio Centeno e Raúl de la Morena:

Il titolo richiama il claim della campagna presidenziale di Barack Obama del 2008, e vanta varie candidature d’eccezione e i premi di Miglior documentario al Pornfilmfestival Berlin, il Miglior documentario LGBT al FlixxFest International Film Festival: un documentario potente e coraggioso che si tuffa nella sessualità di 6 persone con disabilità funzionale, vita di coppia e prostituzione incluse.

Sfido chi, come me, si ritene persona aperta e libera a non sentirsi preso in contropiede per le immagini esplicite: una provocazione eccezionale che ci costringe a prendere coscienza di tanti stereotipi assunti, a cominciare dall’eterna infantilizzazione delle persone non autosufficienti, quando invece i loro corpi sono desideranti e desiderabili. Una riscrittura irriverente e liberatoria dell’immaginario sessista cisgender, eteropatriarcale e normodotato che propone una nuova visione della mascolinità (non tossica) e, quindi, della democrazia.

Per chi vive ogni giorno sulla propria pelle le conseguenze di una vita in cui sessualità e affettività sono negate, ma anche chi si considera con piacere unə attivista vocazionale laicə su questi temi e desidera diventare game-changer, liberando tuttə noi da tabù e pregiudizi e portando all’attenzione del dibattito pubblico il rapporto tra sessualità e disabilità, ecco un altro corto, da godere, prima di tutto:

Prodotto e interpretato da Armanda Salvucci, affetta da acondroplasia, lancia il progetto omonimo, che ha la mission di riscrivere l’immaginario su disabilità e sessualità attraverso l’arte (guarda la mostra virtuale), linguaggio universale che parla direttamente al cuore, lasciando spazio a riflessioni e interrogativi che riguardano il modo di attraversare l’esistenza di chiunque.

Nel migliore dei casi – spiega Salvucci – ci dedichiamo alle persone disabili per ogni loro esigenza che non riescono a compiere in autonomia come vestirsi, spogliarsi, mangiare, lavarsi, etc. Diamo loro carrozzine elettriche, macchine comandate, sofisticatissimi computer, domotica ultima generazione per aiutarli ad essere indipendenti. Intanto, mentre nessuno si sognerebbe di mettere in discussione la legittimità di questi diritti, ci dimentichiamo sistematicamente del diritto alla sessualità, preferendo rimuovere, tacere, omettere come fosse una questione scandalosa, disturbante, perversa“.

Colgo l’occasione per segnalarvi un’artista italiana, MP5, forse la street artist più nota in Europa, che si è spesa per sensibilizzare proprio su queste questioni (leggi l’intervista).

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