Immancabile un salto da Howtan Space: Toni Meneguzzo firma il suo progetto Divine Bovine, 65 fotografie scattate in India tra il 2008 e il 2013. Immagini super-pop, coloratissime che in confronto Bolliwood è sobrio, che raccontano la mucca nei suoi significati culturali, etnici, religiosi, mistici.

Frutto di un viaggio tra le diverse regioni dell’India alla scoperta dei riti hindu (che appunto hanno come protagoniste le vacche, considerate incarnazione della divinità e donate al tempio come ringraziamento per il raccolto), Meneguzzo torna con una ispirazione molto interessante, non solo da mettere a disposizione del discorso e della produzione artistica: “In occasione di questa ricorrenza – spiega l’artista – le mucche vengono adornate e dipinte sul loro stesso manto con pigmenti coloratissimi. Un’arte quasi estinta, tramandata solo oralmente di villaggio in villaggio”.

Un lavoro (global) che dunque è anche racconto, inscrizione nella memoria collettiva mondiale di un rito di pochi sperduto nel continente asiatico, traduzione globale di riti locali: i maestosi lavori iconici, di 2 metri per 2 restituiscono la potenza e la regalità dei soggetti, che diventano totem d’arte.

Un video di backstage accompagna lo spettatore nel percorso e lo rende partecipe degli anni di studio e ricerca dell’artista: “Toni Meneguzzo è un fotografo e ricercatore di fama internazionale – spiegano i curatori, Antonella Scaramuzzino e Fulvio Ravagnani – la sua carriera professionale, iniziata 40 anni fa, è sempre stata caratterizzata dalla ricerca e dalla sperimentazione”.

Grazie al suo lungo e fortunato percorso nel mondo della moda, l’artista riesce a esprimere la sua grande sensibilità estetica declinandola in campi molto diversi: paesaggi, nudi femminili, architettura, design. Il suo lavoro è stato oggetto di numerose mostre in svariati paesi in giro per il mondo, e pubblicato nelle più importanti riviste (Condé Nast Group, New York Times, Harpers ‘Bazaar, Elle, ecc.). I suoi video di stop motion sono stati proiettati al Triennale Design Museum di Milano, al Musée des Arts décoratifs du Louvre di Parigi e al Whitney Museum of American Art di New York.

Tempo fino al 27 giugno per godere non solo di questo lavoro sorprendente e originale ma anche dell’avvenieristico Howtan Space e del suo H Lab, un lounge di altissimo design firmato dall’artista stesso, Howtan Re: “Il mio progetto dell’Howtan Space – spiega l’artista italo-persiano – è pensato come un vero e proprio salotto d’artista, nel cuore di Roma, un laboratorio di sperimentazione in cui si incontrano arte, moda, design e architettura”.

Continua a leggere su The Grand House Magazine.