Il 14 ottobre, alla Casa Internazionale delle Donne, arriva Senith, performer drag queer, artista che concentra la sua ricerca d’avanguardia nella sperimentazione tra i generi, i ruoli e gli immaginari erotici. Il suo spettacolo (di cui è autrice e interprete) si intitola BAD ASSolo, e già il claim è allusivo. “Drag è un’estetica – spiega – forma d’arte, gioco degli stereotipi, critica sociale, un modo di rappresentare il maschile e il femminile svincolato dal genere di provenienza. Drag è corpo e, nelle sue forme più radicali, genera curiosità morbose, vertigine, fastidio, paura. I corpi mutano, odorano, occupano spazio, invadono, penetrano, si vestono e si spogliano, e quei corpi che non si nascondono disturbano”.

Da dieci anni Senith si esibisce come performer drag king (donna nei panni di un uomo, il contrario delle drag queen per intenderci) ma, con questo spettacolo, evolve e diventa draq queer: “Né King, né Queen, ma In-Between“, dice. Sul palcoscenico si alternano stili, epoche, generi teatrali e, ovviamente, di gender. Non a caso è lei ad aver fondato Eyes Wild Drag, il più importante gruppo di donne drag king italiane, attiviste che usano le performance artistiche e teatrali per affermare una critica culturale contro il potere degli stereotipi che emargina le diversità, “che invece sono i semi più preziosi per coltivare una società inclusiva, vitale, fertile, aperta e capace di evolvere”. Attraverso l’uso del proprio corpo, inteso come palcoscenico, le drag di Eyes Wild Drag tentano di ridisegnare un immaginario “queer” del femminile, ossia capace di oscillare tra le varie identità di genere, più fluido, più libero e aperto, meno costretto in binari prederfiniti.

Sempre con Eyes Wild Drag, Senith ha anche curato la direzione artistica del festival internazionale di arte queer Gender Erotica e ha rappresentato laprima costruzione performativa e critica delle Faux Queen in Italia (donne che si travestono usando il codice delle drag queen, ossia esasperando la femminilità). Reduce da un tour mondiale e dalla prima Fem Conference europea, promette shockare anche Roma proprio come è successo al Toscana Pride Park di Firenze: “Oggi gli artisti drag non possono prescindere dal movimento Fem, un concetto caratterizzato da un forte impegno politico – spiega l’artista. Si manifesta in tutto il mondo attraverso l’arte, l’organizzazione politica, l’impegno accademico, la moda, le pubblicazioni, e combatte l’invisibilità o la rappresentazione negativa data dalla concezione mainstream della femminilità che le viene spesso assegnata”. Dalla Germania agli Stati Uniti, dal Canada all’Australia, stanno infatti nascendo festival, manifestazioni, conferenze, per creare una comunità sensibile e attiva nel combattere marginalizzazione e delegittimazione di cui le fem soffrono spesso anche nella stessa comunità LGBT.

A chi non potesse raggiungere la capitale, consiglio il documentario “Al di là dello specchio”, di Cecilia Grasso, di cui Senith è coprotagonista, che ha vinto il premio di migliore regia al Newark International Film Festival (Usa). Intanto, congratulazioni per la selezione di “La luna in folle” al Premio Maxxi 2016, performando con l’artista italo-libanese Adelita Husni-Bey al Museo Nazionale per le Arti del XXI Secolo, proprio il 29 settembre 2016.

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