Lentezza, contemplazione, condivisione. Sono le parole chiave di Museo Adagio, l’iniziativa di Slow Art, vere e proprie esperienze artistiche rallentate e partecipate per osservare i capolavori custoditi nelle Gallerie Nazionali con maggiore attenzione e consapevolezza.

L’esperienza da non perdere, il 23 giugno ore 11.00 alla Galleria Corsini, è la mostra di Robert Mapplethrope (che tra l’altro chiuderà il 30 giugno): un lento cammino basato sull’osservazione individuale di un ristretto numero di opere, seguita da una fase di condivisione dell’esperienza con gli altri partecipanti. No panic: non sono richieste particolari conoscenze storico-artistiche, ma solo curiosità e un occhio attento, oltre, naturalmente, alla disponibilità all’ascolto profondo, all’affidarsi, al lasciarsi guidare in un’esperienza emotiva, sensoriale, estetica.

Museo Adagio vanta già due percorsi di Slow Art di grande successo: l’esposizione di Parade di Picasso nel 2017 e la mostra Eco e Narciso nel 2018, esempi virtuosi della nuova strategia fortemente voluta, sostenuta e promossa dalla direzione del museo.

La mostra che si visiterà in modalità slow domenica 23 raccoglie quarantacinque opere del grande maestro controverso e rivoluzionario e si concentra su alcuni punti di vista che rappresentano l’opera di Robert Mapplethorpe (1946 — 1989): lo studio delle nature morte, dei paesaggi, della statuaria classica e della composizione rinascimentale.

La scelta della curatrice Flaminia Gennari Santori di fare una mostra su opere specifiche di Robert Mapplethorpe è “basata sulla volontà di mettere in luce aspetti del lavoro dell’artista che risuonano in modo particolare con la sede museale, intesa come spazio — fisico e concettuale — del collezionismo, per innescare una relazione inedita tra i visitatori, le opere e gli ambienti della Galleria”.

Un artista, Mapplethorpe, che del resto ha fatto anche del collezionismo un’arte, avido accumulatore di foto storiche, passione  che condivideva con il compagno Sam Wagstaff, la cui collezione costituisce un fondo straordinario del dipartimento di fotografia del Getty Museum.

Perchè adesso? Domanda ingenua, visto che il 2019 è il trentesimo anniversario della morte del grande artista. Una mostra davvero unica, organizzata in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York, che con orgoglio si iscrive in una serie di mostre dedicate all’artista, tra le quali una grande retrospettiva al Guggenheim di New York e, in Italia, quella al Museo Madre di Napoli.

È consigliata la prenotazione all’indirizzo:
didattica@barberinicorsini.org

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