Tutto parte da un mistero da risolvere: l’omicidio di un Professore universitario troppo progressista e troppo fuori dagli schemi per essere tollerato. Chi lo avrà ucciso? Tre indagatori, con ruoli e approcci diversi, si muovono in una Roma grigia e piovosa alla ricerca della verità. In mezzo, un fiume di odio, intolleranza, intrighi e ipocrisie scorre feroce. Nel labirinto dell’odio (Dialoghi edizioni) è il secondo romanzo di Dario Bevilacqua, blogger di ReWriters e ricercatore universitario in Diritto amministrativo presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, che negli anni scorsi si era già misurato con successo con la narrazione grazie al suo primo romanzo Il coraggio del gatto (Castelvecchi edizioni).

La trama è avvincente e immediata: il professor Guido Colzetti viene ritrovato morto, accoltellato nel bagno della facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza”, subito dopo aver tenuto la sua relazione a un convegno. I presunti colpevoli sono molti: ci sono i colleghi, con i quali i rapporti erano difficili e pieni di menzogne e odi nascosti; non mancano alcuni amici, che per vari motivi potevano covare rancore nei confronti della vittima; infine, sono sospettati alcuni attivisti di un gruppo politico di estrema destra, che odiavano il professore per le sue posizioni ideologiche. A indagare sulla vicenda, il commissario Santini, poliziotto per sbaglio, affetto da emicrania cronica e stretto nella morsa delle pressioni e del tempo che corre. Ma il commissario non è solo. Ad aiutarlo nelle indagini ci sono altri due individui: il primo è Mario Valizze, aspirante ricercatore universitario, che grazie a una borsa di studio è riuscito a tornare a Roma e a lasciare la sede dell’Agenzia delle Dogane di Modena, dove aveva lavorato per alcuni mesi in forza di un concorso pubblico. Proprio a Modena aveva conosciuto il commissario Molotti, aiutandolo a risolvere un caso difficile e pieno di insidie. Grazie a un’inaspettata coincidenza, anche quest’ultimo si ritrova nella capitale e così la coppia si ricongiunge, questa volta a supporto del commissario locale. I tre filoni dell’indagine impegnano molto i tre detective, che si muovono con fatica e sofferenza in un piovoso inverno romano, in una caccia al colpevole serrata e avvincente, la cui soluzione sarà sorprendente e di non semplice deduzione, anche se intuibile.

Bevilacqua approfitta del racconto noir per gettare uno sguardo critico, a tratti polemico, su alcune dinamiche attuali: il mondo accademico, con le sue verità non dette e i suoi veleni; i social network, con le loro idiosincrasie e contraddizioni; l’ascesa di movimenti di estrema destra e la loro visione intollerante del mondo; la crisi della sinistra e le sue eterne lotte intestine. Con uno stile fluido – con tante descrizioni, molti “pensieri ad alta voce” e vari colpi di scena – va in scena  una storia che cattura subito l’attenzione del lettore, conducendolo all’interno di un labirinto fatto di misteri e inganni, ma anche di verità.

Lo sguardo dell’autore è fortemente presente nella descrizione degli eventi ed è uno sguardo analitico, che fa esplodere alcuni dei tanti problemi che riguardano la nostra società: Bevilacqua scava negli animi dei suoi protagonisti, facendo emergere le loro fragilità, paure, incertezze e insuccessi. Non è infatti una storia di eroi quella raccontata nel romanzo “Nel labirinto dell’odio”, ma di turbamenti, di conflitti, di dubbi e di ricerche. Ma è una storia che fa luce – alla fine di una pioggia incessante e purificatrice – su una serie di vite vissute che potrebbero essere le nostre. Non mancano l’ironia e la leggerezza, che in alcuni passaggi si tinge anche di rosa. Infine, il vezzo enigmista dell’autore che inserisce citazioni e rimandi nascosti, di film, libri, canzoni e quant’altro, con tanto di soluzioni alla fine del romanzo.

Il romanzo celebra i diversi, gli outsider, gli ultimi della società: lo fa dalla dedica (ai ricercatori precari) sino alle ultime pagine, proponendosi di far riflettere su questo tema, contribuendo a una riscrittura dell’immaginario. Per sostenere il Movimento Culturale ReWriters dona qui.

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