Sarà il Teatro Vittoria di roma ad ospitare, domenica 19 novembre, la prima edizione dell’Omeo Fito Festivall’unico festival europeo dedicato alle medicine non convenzionali e alla musica, come intreccio indissolubile per l’arte del guarire e l’armonia che gli è necessaria. “Abbiamo riunito medici, artisti e ricercatori – spiega Osvaldo Sponzilli, medico, psicoterapeuta, omeopata e agopuntore, che ha organizzato il festival – per dare al pubblico una testimonianza e un supporto nella personale ricerca di benessere che ognuno compie nell’arco della propria vita”.

Promosso dall’associazione scientifica Research Institute in Clinical Homeopathy, Acupuncture and Psychoterapy, l’appuntamento interbazionale è stato pensato per sensibilizzare l’opinione pubblica e i media sulla validità e sull’efficacia delle medicine complementari, in particolare omeopatia e fitoterapia. “L’evento – continua Spinzilli – è anche mirato a dare una risposta articolata agli innumerevoli attacchi contro l’omeopatia, accusata di non essere pratica scientifica semplicemente perché utilizza rimedi di cui non si riesce a spiegare il funzionamento biochimico, nonostante si possono constatare gli effetti e nonostante ne faccia uso una grande parte di popolazione, non solo umana, ma anche veterinaria”.

Sul palco dello storico teatro, oltre a musicisti e artisti, saranno quindi presenti anche alcuni veterinari che hanno fatto dell’omeopatia il loro campo di studio, ricerca e pratica clinica, come ad esempio la dott.ssa Alda Grossi. Altri medici che interverranno sono il prof. Paolo Bellavite, che ha fatto della ricerca in questo campo la sua ragion di vita fin quando, dal 1984, divenne professore di Patologia Generale presso l’Università di Verona, mentre adesso, ormai in pensione, svolge ricerca come cultore della materia e insegna all’università di Ngozi, in Burundi, come cooperante. “Lui e il suo gruppo – spiega Sponzilli – hanno sviluppato la ricerca sugli aspetti molecolari, cellulari e farmacologici dell’infiammazione, con particolare riferimento ai granulociti e macrofagi, formazione di radicali liberi e loro tossicità, funzione e patologia piastrinica e sua regolazione”. Bellavite, nelle sue 250 e oltre pubblicazioni scientifiche (140 delle quali sono citate nella banca dati PubMed) ha anche sviluppato la ricerca scientifica nella medicina complementare, indagando gli effetti dei composti naturali sui sistemi biologici.

Non da meno il prof. Massimo Fioranelli, cardiologo clinico che applica l’omeopatia in cardiologia e il prof. Vittorio Elia dell’Università di Napoli, allievo del Prof. Del Giudice, che attraverso le ricerche sulla “memoria dell’acqua” ha aperto il mondo della Fisica Quantistica nella ricerca omeopatica. In rappresentanza, invece, dell’industria omeopatica sarà intervistato il dott. Giovanni Gorga, Presidente di Omeoimprese, la “Confindustria” delle aziende omeopatiche, che illustrerà le problematiche attuali nel mercato omeopatico e le leggi restrittive che tendono a soffocare questa disciplina medica. “Molti rimedi utilissimi stanno scomparendo dal mercato – dice Sponzilli – per le forti tassazioni imposte che non permettono ad aziende assai piccole rispetto ai colossi del farmaco di far fronte alle spese”.

Gli interventi musicali della Green Symphony Orchestra accompagneranno i partecipanti (l’ingresso è gratuito) attraverso un’esperienza “sensoriale” dei concetti e li condurranno a comprendere in modo non solo razionale ma anche empatico come la medicina omeopatica sia Scienza dell’Individuo che intende la cura non come un processo di causa ed effetto tra patologia e farmaco chimico e che studia il “terreno” individuale su cui una patologia si manifesta. “Le persone – conclude Sponzilli – non si curano in base alla sola patologia, ma a come l’individuo reagisce alla sua malattia. Per questo noi omeopati contrapponiamo a una medicina basata sull’evidenza a una medicina basata sull’individuo visto nella sua interezza di corpo e psico reattività. Un famoso omeopata, Tommaso Pablo Paschero, diceva: un individuo non è malato perché ha una malattia, ma ha una malattia perché è malato“.

Leggi su l’Espresso