E’ vero, ricorda per certi versi una soap, dove lei in realtà non era la madre ma la figlia della sorella e alla fine gli amanti clandestini, dopo essersi traditi, si sposano, ma qualcuno si oppone alle nozze. Scherzo, esagero. Sono qui, infatti, a dirvi di guardare Luz – La luce del cuore questa serie brasiliana fresca fresca di Netflix (uscita a febbraio 24), soprattutto se avete figl* tra i 7 e i 13 anni.

“Luz”, la trama, i personaggi,
amore da vendere

Io l’ho vista tutta d’un fiato con mia figlia e mi ha coinvolta moltissimo: la trama è appunto molto carica emotivamente (una bambina abbandonata, una madre che partorisce una bimba morta, un nonno feroce, una donna in carriera ripudiata dalla figlia adolescente, una tribù indigena generosa e accogliente, una scuola prestigiosa, fughe, nascondigli, amori impossibili, amicizie ineluttabili), ed è pieno zeppo di personaggi tridimensionali, profondi, luminescenti, con amore da vendere.

Buoni e cattivi sono come sempre ben evidenti, ma sono tanti i personaggi a cui la sceneggiatura permette di evolvere e trasformarsi, e a goderne siamo noi, corteggiati dai tanti colpi di scena e ribaltamenti della storia. E poi è bene ambientata nell’oggi e nelle contraddizioni di questa contemporaneità, dove inclusione, integrazione, intercultura e celebrazione dell’unicità sono temi centrali. Insomma, una serie giovane, fatta per giovani, con giovani attori e attrici indimenticabili (come Svitato, il mio preferito).

Prima produzione brasiliana per famiglie

Luz – La luce del cuore è la prima serie brasiliana per bambin*, ragazz* e famiglie, e in effetti i veri protagonist* sono i ragazz*. Prodotta da Floresta, una società di produzione per Sony Pictures Television in Brasile, e tratta da un soggetto originale di Guillermo Pendino, è diretta da Thiago Teitelroit, sceneggiata da André Rodrigues e interpretata da Marianna Santos, la bambina protagonista, alla ricerca delle sue vere origini, senza voler tradire la comunità Kaingang che l’ha cresciuta come una di loro.

Luz deve tornare ad affrontare il suo passato ed affrontare il malvagio Don Carlos, un ricco capo locale che non si fermerà davanti a nulla per distruggerla, nonostante con lei condivida il patrimonio genetico. Ma la bambina ha la fortuna di essere educata in una prestigiosa scuola dove si fa nuovi amici, tra cui un adulto-giuda, il maestro Marcos.

La regia non è da meno, anche se non vincerà un Oscar: le inquadrature sono elaborate, il ritmo fa da padrone (sia nella sceneggiatura che nella costruzione delle scene), il combo tra teen-drama e thriller è perfetto per il climax e i paesaggi naturali sono mozzafiato. Non da meno, si entra in contatto con la cultura di un paese, il Brasile, meravigliosamente ricco, pieno di contrasti e credenze diverse che riescono a far convivere il mondo della magia, della realtà e della suspense.

Consiglio Luz perchè è una di quelle produzioni che mirano a rendere il mondo un posto migliore, con una grande fiducia nell’umanità e impegnata a portare messaggi di pace, giustizia, antirazzismo, accoglienza, amore, senza essere patetica o scontata.

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