C’è una bambina nomofobica, una madre sociofobica (Julia Roberts), un marito naive (Ethan Hawke), un vicino paranoide e complottista (Kevin Bacon). Ma soprattutto la produzione di Barack e Michelle Obama, i quali sono anche intervenuti nel lavoro affinchè il film risultasse una sorta di mònito su una eventuale apocalisse digitale (lo ha dichiarato il regista Sam Esmail in una intervista a GQ).

Noire, thriller, catastrofista.
Obiettivo sopravvivenza

Il mondo dietro di te oscilla tra il noire e il thriller, ma ammicca anche al genere catastrofista: basato sul romanzo Leave the world behind di Rumaan Alam, la distopia fa da padrona. Quella che avrebbe dovuto essere solo fantascienza, diventa invece una realtà angosciosa e disturbante e improvvisamente senza alternative. In ballo ci sono tanti temi, dalle relazioni personali corrotte dalla competizione sfrenata alla sopravvivenza (le citazioni forse riguardano la Pandemia Covid?), alla dipendenza dalle tecnologie (a qualsiasi livello, non solo la Fomo), fino ai rapporti con le altre specie animali.

L’apocalisse digitale, la riflessione

Il film non vuole attaccare la modernità, non c’è luddismo, di sicuro però vuole chiamarci a una riflessione su alcuni dei nostri comportamenti: un pericoloso consegnarsi alla tecnologia, fisiologicamente disumana, che rischia di spazzare via pilastri come l’etica o l’empatia. Cosa accadrebbe, infatti, se si spegnessero di colpo smartphone, linee telefoniche, gps, internet eTV? La paura probabilmente regnerebbe sovrana e ci metterebbe l’uno contro l’altro. A meno che non ci si tuffasse in qualche dipendenza (qualcuno lo chiamerebbe oppio dei popoli) capace di regalarci le illusioni necessarie per non morire di consapevolezza (trattandosi del finale non posso dire di più).

In tutto questo rumore di nonsense, gli animali ci guardano: i cervi, soprattutto, regali con i loro palchi che, qui, hanno la funzione del Super-Io o dell’Io Morale. Ma sono anche spaventati, impazziti: gli uccelli che sbattono in volo, i fenicotteri che si tuffano in pischina piscina. Attraverso il loro sguerdo e il loro comportamento, noi spettator* ci accorgiamo, forse, che qualcosa rischia davvero di andare storto.

Continua a leggere su ReWriters.