Non poteva che essere Firenze, città d’arte per eccellenza, la culla del primo progetto italiano che mette le più aggiornate tecnologie digitali al servizio dell’arte e della cultura. Si chiama Nemech ( New Media for Cultural Heritage) , ed ha sede in uno dei più avvenieristici poli culturali della città: l’ex carcere femminile Le Murate, oggi ristrutturato con vetro e acciaio per un dialogo virtuoso tra la contemporaneità e il suo (impegnativo) passato. Si tratta di un Centro di Competenza della Regione Toscana istituito presso l’Università di Firenze nell’ambito del piano per il potenziamento del sistema di trasferimento tecnologico regionale. “Ha per obiettivo – spiega il suo fondatore, il prof. Alberto Del Bimbo – lo studio e l’applicazione delle tecnologie multimediali e dell’informazione social-mediatica 2.0 per la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e degli istituti e delle attività presenti nel territorio toscano e nazionale, per la sperimentazione di nuove e migliorate modalità di fruizione, e per la promozione e la qualificazione dell’offerta culturale e delle attività connesse”.

All’inaugurazione del 22 luglio, presso la bellissima sala vetrata delle Murate, in Piazza Madonna della Neve, parteciperanno personalità e studiosi da tutto il mondo, pronti a illustrare le nuove infrastrutture tecnologiche e i progetti del Centro. Da settembre, poi, prenderà il via un programma di formazione interdisciplinare permanente sui nuovi media e sulle tecnologie digitali per i beni culturali, aperto agli studenti: “Nemech sarà anche una scuola che formerà gli studenti – continua Del Bimbo – per diventare i professionisti di ultima generazione nel campo dell’arte, della cultura e della comunicazione. Oggi dobbiamo intendere il patrimonio nostrano in modo diverso, capace di interagire con le nuove tecnologie e con la contemporaneità. Sono cambiati i fruitori e il modo di fruire di arte e cultura, non si può non prenderne atto: significherebbe lasciar morire secoli di storia”.

In un contesto di smart cities e smart communities , sembra dunque necessario “svecchiare” anche arte e cultura, sia per favorirne la comprensione da parte del visitatore, sia per integrarle nell’economia del territorio. “Per questo – spiega Del Bimbo – oltre ai corsi, alle sessioni di laboratorio e ai seminari sui più recenti sviluppi della ricerca e delle realizzazioni del settore, abbiamo inserito anche un’area dedicata alla comunicazione avanzata: senza “socialmedializzarle”, l’arte e la cultura rischiano di staccarsi come iceberg dalla nostra generazione, lasciandoci al buio”.

Tutto è organizzato “all’americana”: i moduli formativi, che potranno dare crediti professionali, saranno selezionabili individualmente o in serie tematiche, con costi molto competitivi sul mercato. I corsi saranno articolati in cinque ambiti formativi e uno “special topics”: “Web and mobile technologies”, “Video and Graphics”, “3D Thecnology and application”, “Emerging and future technologies”, “Evolutionary Communication”. Come anticipa l’evento del 22, i docenti coinvolti arrivano da tutti e cinque i continenti, e sono specializzati nel trattare temi del prossimo futuro, tra cui anche nuove materie come gli spazi interattivi multimediali, il sound design, i sistemi di computer vision, l’internet of things, fino ai nuovi giornalismi multimediali: “L’area della comunicazione verrà affidata a una donna, giornalista e docente Luiss, specializzata nei nuovi giornalismi e da anni impegnata nella ricerca sulle nuove tecnologie applicate alla comunicazione”.

Appuntamento dunque al 22, con gli interventi, oltre del Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, del Rettore Alberto Tesi, del prorettore Marco Bellandi e del professore Alberto del Bimbo, del dott. Carlo Francini (Unesco), della prof. Margherita Sani (Istituto Beni Culturali Bologna), del prof. Herbert Maschner (Idaho State University, USA), della prof. Rita Cucchiara (Univ. Modena e Reggio Emilia), oltre a tanti altri.

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