ROMA – Quali sono le professioni due punto zero? La domanda non è banale ma cruciale. In un momento in cui non solo i ragazzi ma anche professionisti già inseriti nel mercato del lavoro si ritrovano senza nulla in mano, l’alfabetizzazione digitale diventa l’asso nella manica.
Infatti è on line dove è maggiormente dinamico l’inserimento dei mestieri e dove, tra integrazione di vecchie e nuove competenze, remix professionali e reti di collaborazioni, nascono continuamente nuovi lavori.

L’ESPERTO
Lo spiega bene Giulio Xhaet, esperto di comunicazione e nuovi media nel libro Le Nuove Professioni del Web fresco di stampa per Hoepli: il professore individua una serie di nuovi profili che si stanno ritagliando un posto in prim’ordine nel panorama delle opportunità di lavoro on line: il Content Editor, ad esempio, spiega quali sono gli strumenti e le strategie per districarsi tra fonti e notizie nell’overload di informazioni del web 2.0, mentre l’All-Line Advertiser ha il compito di tracciare il modo di promuovere il proprio prodotto dentro e fuori la rete, come l’e-Reputation Manager interpreta i comportamenti e le parole degli utenti sul web e il Transmedia Web Editor crea contenuti di ultima generazione.

Altro che smanettoni dunque, i protagonisti della nuova rete fanno relazione e hanno curriculum e bagagli culturali eclettici: «Da un codice informatico – spiega Xhaet – il web sta passando a un codice umanistico dove le attitudini contano quanto le competenze».

LA DOMANDA
L’era dell’off line sta dunque voltando per sempre pagina, e a confermarlo sono i dati. Infatti anche in Italia la domanda di lavoro su web sta costantemente crescendo: secondo crescitadigitale.it, Internet, decisamente in controtendenza rispetto agli altri settori, ha già creato nel nostro paese oltre 700 mila nuovi posti di lavoro negli ultimi 15 anni (si stima che nel 2010 Internet abbia contribuito 2% del Pil italiano, circa 30 miliardi di euro).

MODELLO FRANCIA
Non solo. Secondo una ricerca del McKinsey Global Institute (2011), l’economia digitale italiana presenta ancora ampi margini di crescita dato che l’uso massivo dei social media e la diffusione dei dispositivi mobili è più recente. «Il pieno sfruttamento del potenziale di Internet potrebbe alimentare un apporto apprezzabile al Pil nazionale – dice Xhaet – visto che tutte le forme di business si stanno trasferendo verso il digitale. Se l’Italia nel 2010 fosse stata in grado di arrivare alla stessa diffusione Internet della Francia godremmo ora di circa 200 mila occupati in più. Già adesso si contano varie iniziative imprenditoriali di successo e start up con numerosi goal: non è solo una moda». A tamburo battente risponde la scuola leccese Galileo Costa, che ha già avviato il primo corso italiano per formare giovani Social Media Expert.

DIETRO LE QUINTE
«Dietro ai post su Facebook, Twitter, eccetera, ci sono persone che investono tempo, genio e risorse – spiega Barbara Donatini, HR manager per It Partner Italia, azienda che seleziona tali figure – Sempre più imprese ci chiedono comunicatori specializzati per leggere, rispondere, postare, twittare, chattare, che siano cioè in contatto “caldo” con il proprio target».

CULTURA GENERALE
Il sito www.presenzadigitale.it è specializzato esattamente in questo: «La figura del Social Media Marketing Expert – spiega Massimiliano Perantoni – amministratore unico – deve avere adeguate capacità di scrittura, padroneggiando registri linguistici differenti e una vasta cultura generale, sia umanistica che economica, per interfacciarsi con successo con diversi tipi di interlocutori. Ma anche una conoscenza del web approfondita, dai software informatici al linguaggio html, oltre, è ovvio, a masticare gli elementi cardine del marketing».Giulio Anselmi – presidente della Federazione editori e professore di new media all’Università Luiss – tira fuori la ricetta perfetta per l’Italia: «Non credo alle soluzioni miracolistiche, si tratta di integrare l’on line e l’off line: i nuovi professionisti devono saper tenere insieme nuove tecnologie e contenuti perché non si tratta di realtà separate».

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