Uno su tutti è Andrea Lorenzon, ideatore nel 2017 di Cartoni morti, progetto d’animazione di una comicità crudele sui temi caldi della società italiana (satira sociale e politica per la quale ha vinto i Macchianera Awards 2019).
Il suo canale YouTube, pieno di collaborazioni con artisti e brand di grande impatto, tratta di argomenti controversi, è in continua crescita e si sta espandendo sui diversi social (Instagram, TikTok, Facebook, Twitter). Oggi ci soffermiamo sulla campagna #ubebs (Uomini Bianchi Eterosessuali Benestanti Sani), in cui sensibilizza sulle discriminazioni nei confronti del cosiddetto referent man:
Anche Michela Giraud dedica uno sketch al maschio cisgender: dopo l’uscita del suo special su Netflix (il primo di una donna italiana distribuito in 190 paesi nel mondo, la stand-up comedian) attualmente in tour con La verità lo giuro reloaded (non perdetevi le date estive: 23 luglio a San Mauro Pascoli, il 30 luglio a Camaiore, il 31 luglio all’Anfiteatro Romano di Terni), eccola come Zorro a tratteggiare con pochi fendenti verbali la categoria protetta del maschio etero quasi estinto, la cui attività si concentra nella difesa delle fregne con l’ukulele.
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Stesso tema per le Eterobasiche, che hanno fatto la loro fortuna sui social (soprattutto Instagram e Tiktok) proprio sulla crisi del maschio bianco etero:
«Il processo Johnny Depp e Amber Heard – hanno dichiarato le due influencer – con quel che è seguito alla sentenza, ha fatto esplodere pubblicamente la rabbia accumulata negli anni nei confronti del #metoo. Un po’ come se i maschi si fossero ripresi ‘tutt chell che è o nuost’. Da qualche parte in rete, per l’occasione, è persino riemerso l’odio per Asia Argento. La questione è dubbia, ma osannare in quel modo Depp ci fa capire che il #metoo è stato vissuto da tanti come una caccia alle streghe».
(Potete vederle A Roma il 21 luglio sul palco del festival Videocittà).
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La prima, però, ad aver soccorso il maschio in via d’estinzione è stata l’attrice Federica Cacciola con il personaggio di Martina Dell’Ombra, a cui abbiamo dedicato il format ReWriters Game-Changer di novembre 2021: una donna qualunquista, figlia di papà, sciocca, ossia la rappresentazione della femmina idealizzata dal maschio bianco cisgender normoabile, benestante e giovane (aggiungerei: cretino).
In difesa del povero #ubebs, il cinghiale bianco cantato da Battiato in via d’estinzione, maschio eterosessuale, carnivoro, che beve whisky e fuma, impermeabile all’etnochic, dal burger di quinoa equosolidale, non appartenente a nessuna particolare minoranza, non gay, non giovane, né donna, né migrante, né maoista, situazionista, trotzkista, vegetariano o antispecista, scrive Alessio Postiglione:
“Il mio elogio del patriarca non è a difesa della cultura patriarcale, tutt’altro. Ma è in polemica con questa strategia del capro espiatorio, cucita addosso alla cultura borghese occidentale, certo capace più di altre – che se avessero potuto, l’avrebbero fatto volentieri – di dominare il mondo, ma anche di costruire un pensiero realmente rivoluzionario ed emancipatorio per l’Umanità tutta. E si cambia il mondo guardando la luna dei rapporti di produzione, non il dito delle forme di rappresentazione del sé, dalle identità di genere a quelle etniche“.
Satira o meno, la questione tira eccome e questo dimostra – anche considerando il notevole successo di audience quando si tocca l’argomento – quanto ci fosse bisogno di questa nuova religione contemporanea, il murgianesimo, e di tutte le sue declinazioni, che sono tante quanti sono i femminismi, storici e contemporanei.
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