Rebel Cheer Squad è una serie britannica del 2022 che vale assolutamente la pena di vedere se l’aveste persa. Io l’ho vista con mia figlia mentre stava salutando le elementari per approcciarsi al mondo delle medie, ed è stato un tempismo straordinario, visti i temi trattati. Un po’ teen-drama e un po’ teen-thriller, la serie è in perfetto target con le/gli adolescenti, parla la loro lingua (che è stata anche la nostra ma su questioni ben diverse), maneggia vicende super-contemporanee, tratta esperienze ed emozioni che ai nostri tempi ci avrebbero lasciati afoni.

“Rebel Cheer Squad”, la trama

La rotondetta e biondissima Grace (Amelia Brooks) è la leader del trio di amiche inseparabili (e ricchissime) composto dalla ragazza lesbica Rumi (Ashling O’Shea) e dall’afrodiscendente Clara Lashay Anderson, tutte e tre cheerleader ed atlete. Insieme scoprono e combattono una/un misterioso bullo che sta terrorizzando il college che frequentano, seminando minacce talmente persecutorie da costringere una studentessa ad abbandonare gli studi. Durante le loro avventure, sboccia la love story tra Rumi e una compagna del college e tra Amelia e uno studente afrodiscendente.

Ma le avventure sono tante e molte raccontano il mondo di domani, fatto di coppie miste, persone LGBTQI+, body positivity e classi interetniche. Ho adorato la scena in cui l’intera scuola si veste con la gonna (gli uomini) e i pantaloni (le donne), invertendo quindi le uniformi divise per genere, come azione di ribellione e di protezione di fronte alla decisione della Preside di costringere un ragazzo non binary a togliersi la gonne e indossare i pantaloni.

Asso nella manica della BBC in co-produzione Netflix, la serie funge da spin-off della fortunatissima Get Even, entrambe ambientate nello stesso liceo (Bannerman School) e entrambe adattamenti di Holly Phillips dei libri di Gretchen McNeil. Indubbia conferma che teen-drama, commedia e giallo si possano mescolare con successo, lezione del resto già imparata a suo tempo da Veronica Mars e da Pretty Little Liars.

Il tema della giustizia sociale

L’antefatto della serie serpeggia in tutti gli episodi: a cercare di ristabilire la giustizia nel liceo di Clara, Rumi e Grace c’era stato, in passato, il gruppo denominato DGM, acronimo per l’inglese Don’t Get Mad, a cui seguiva il motto Pareggia i conti – Get Even, che aveva l’obiettivo della giustizia sociale nel college. Dopo un incidente, che ha rischiato di trasformarsi in omicidio, le tre ragazze decidono di riabilitare DGM e dare la caccia alla/al colpevole.

Negli otto episodi si accarezza il noir e il crime ma il cuore pulsante della serie batte per un ultra contemporaneo teen drama per raccontare il disagio giovanile, come il bullismo o l’omolesbobitransfobia. Il tutto condito da un ritmo pazzesco e una regia velocissima con un montaggio degno della Gen Z.

Continua a leggere su ReWriters Magazine.