Attenzione attenzione, arriva in Italia il Mamanet, una nuova disciplina sportiva riservata solo alle Milf, ossia alle mamme che vogliono mantenersi in perfetta forma fisica. Già, perché chi l’ha detto che per sfornare figli occorra appendere l’appeal al chiodo?

Il nuovo sport arriva direttamente da Israele, dove la tendenza è letteralmente esplosa e ha raggiunto una popolarità da oltre 10 mila tesserati, anzi tesserate. In campo vanno esclusivamente le donne, mentre mariti e figli sono in tribuna a fare il tifo. Si tratta di una pratica molto simile alla palla rilanciata: una rete di pallavolo, sei atlete in campo, palla bloccata e schiacciata dall’altra parte a mo’ di terzo tempo del basket. L’idea geniale è di Ofra Abramovich, che, arrivata nei mesi scorsi a Roma invitata dal l’AICS e dall’ambasciatore di Israele in Italia Naor Gillon, ha spiegato insieme al presidente del Coni Lazio Riccardo Viola: “È una filosofia tutta nuova, pensata per aggregare e rendere possibile l’attività fisica anche a chi non ha mai praticato uno sport di squadra o non è in forma smagliante per un parto recente, o una vita risucchiata dagli impegni familiari”.

Tornare a essere protagoniste della propria vita, insomma. Concetto azzeccato, tanto che adesso il Mamanet si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo. “La voglia di aggregazione e di divertirsi – spiega Monica Zibellini, responsabile di Mamanet Italia – ha trasformato semplici casalinghe in atlete a tutti gli effetti”. Anche il presidente dell’Aics Bruno Molea è entusiasta, e sottolinea le grandissime potenzialità della disciplina anche nello Stivale. E in effetti le città italiane si stanno attrezzando: maggio vanta un tutto-esaurito di iscrizioni a Forlì (al Palazzetto dello Sport ha preso il via il I Trofeo Mamanet Città di Forlì) , Torino e Asti. “Si può dire che sia un progetto sociale prima che uno sport – afferma Silvia Musso, referente Mamanet Asti. L’o biettivo è, infatti, dare la possibilità alle mamme di ritagliarsi del tempo per sé e dedicarsi a un’attività sportiva di squadra. È un gioco semplice: anche le donne che non hanno familiarità con lo sport o che sono inattive da tempo possono praticarlo. È un movimento che credo cambierà il ruolo della donna nello sport e nella società”.

Il bello di questo sport, va sottolineato, è anche il suo fair play: non sono ammessi insulti, atti violenti, offensivi o canzonatori, e l ’arbitro può decidere di sospendere l’azione di gioco se si registrano comportamenti inadeguati delle giocatrici o del pubblico : “Un gioco – spiega Zibellini – diventa canale per diffondere importanti messaggi contro la violenza”.

A Torino è anche arrivata la squadra del Brener, rappresentativa israeliana nella Mamanet League Israeliana della città di Kfar Saba dove la lega del cachibol ha sede e prende il nome dalla scuola elementare in cui studiano i figli delle atlete, formata da otto delle dieci giocatrici e guidata da Dina Soroker. “Siamo convinte – ha dichiarato Anna Maria Battista, presidente dell’AICS Torinese – che il Mamanet possa rappresentare una nuova opportunità per esprimere al meglio il diritto di tutti allo sport come strumento per il benessere psicofisico, la tutela della salute, la formazione della persona, l’integrazione e le pari opportunità e il contrasto a razzismi e la violenza”.

E allora un in bocca al lupo alle nostre nuove atlete, tutte mamme che conciliano impegni lavorativi e famiglia con la passione per il Mamanet: dottoresse, manager, impiegate che insieme alla passione per lo sport condividono amicizie, viaggi, interessi, divertimenti, feste in una comunità di donne e di famiglie.

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