The Manellis è la storia di una famiglia raccontata tramite lo sguardo della sua ultima generazione, con le fotografie di Giulia Manelli. Per domani il grande happening del vernissage, in una delle gallerie d’arte che preferisco in città, l’Howtan Space, ma la mostra resterà aperta al pubblico fino al 3 dicembre.

Curata da Alice d’Amelia, e accompagna dal testo critico del fotoreporter pluripremiato al World Press Photo Stefano De Luigi, la preziosa raccolta di fotografie racconta moltissimo ed evoca emozioni a 360 gradi. Scatti realizzati in un arco temporale che va dal 2008 al 2019, con l’obiettivo di catturare le trasformazioni, non solo fisiche, dei cinque protagonisti che da bambini diventano adolescenti. Valentina, Ivan, Adrian, Federico e Alessandro indossano i vestiti dei loro avi, nonni, zii, genitori e si lasciano ondeggiare nella terra tramandata di generazione in generazione, simbolo di un legame indissolubile.

Come scrive, nel testo di presentazione per la mostra, il grande fotoreporter Stefano De Luigi: «Sono loro, “I Manellis” che portano in seno la storia che è di Giulia, questo si percepisce molto chiaramente da come l’autrice cerca ogni volta un richiamo al passato, nel tentativo elegante di sottrarre al tempo la sua opera distruttrice di memoria. Un lavoro profondo, in cui Giulia Manelli si libera, cominciando a scrivere la sua storia di autrice, guardandosi dentro attraverso i corpi, i gesti e le gesta di giovani che hanno la voglia di mangiarsi il mondo. Quella voglia che è anche la sua.»

Un appuntamento da non perdere e anzi da reiterare, dato che la galleria ha un suo “hub”, l’Hlab, un lounge bar design in cui arte e creatività convergono, dove ogni sera si possono gustare cocktail e incontrare persone interessanti: “Il nostroobiettivo – spiega l’artista Howtan Re – è quello di diventare il più importante punto di ritrovo per artisti, intellettuali e creativi residenti o di passaggio nella città eterna. Per questo abbiamo pensato a un bar immerso nell’arte contemporanea e di greande impatto estetico: vogliamo che sia il punto di partenza per un viaggio sensoriale che accompagni i visitatori in un percorso emotivo, una sorta di viaggio “con il bicchiere in mano”, una vera e propria degustazione d’arte”.

Il primo a innamorarsene, dell’artista italo-persiano Howtan Re, in Italia, è stato Achille Bonito Oliva quando, nel 2004, vide la mostra “Hell&Paradise” alla Galleria Contarte di Roma. A partire dal suo impegno etico (la Fao lo ha richiesto per uno shooting di foto per la mostra “I tre Mondi”, sul tema della fame nel mondo) e dalla sua sensibilità verso ecologia e sostenibilità (Howtan Re usa esclusivamente materiali riciclabili), ma soprattutto per l’abilità delle sue provocazioni, per quel modo di usare le opere d’arte come forma di denuncia”.

Con orgoglio segnaliamo anche i tour di The Grand House nella galleria: https://www.thegrandhouse.com/it/howtan-re/services

Info: https://www.howtanspace.it/

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