“Per quanto remoto e isolato non esiste un solo luogo sulla Terra in cui la presenza dell’essere umano non sia arrivata tramite le sue mefitiche emissioni, i suoi scarti, i suoi resti, la sua oscurità”.

Sono le parole sconcertanti e terribilmente vere di Louises Will, giovane artista e attivista italiana, che, il 14 giugno porta il suo lavoro alla Crumb Gallery, la prima galleria europea dedicata solamente a donne artiste, e partner di ReWriters. La personale si intitola Ecoansia, neologismo che indica la profonda sensazione di disagio e di paura che si prova al pensiero ricorrente di possibili disastri legati al riscaldamento globale e ai suoi effetti ambientali.

Will è nata a Pisa, nel 1996: i suoi progetti sono di solito un’indagine su argomenti specifici legati al trascorrere del tempo e alla paura della morte, dal punto di vista spirituale e ambientale:

Le sue opere consistono principalmente in fotografie e dipinti in cui i materiali artificiali sono nascosti negli ambienti naturali, come presagio del futuro del pianeta – racconta Lea Codognato, gallerista di Crumb Gallery. E’ attivamente impegnata nel femminismo, utilizzando la sua arte come mezzo per esplorare e promuovere questioni legate alla parità di genere e all’empowerment delle donne, in stretta correlazione con il suo interesse per l’ecologia“.

Ecoansia, l’angoscia di
non avere un futuro

Ecoansia o ansia climatica è un termine usato per la prima volta nel 1997 dalla ricercatrice Véronique Lapaiège e implica un’angoscia di non avere un futuro che oggi riguarda molti giovani e che con Greta Thunberg ha dato vita a un vero e proprio movimento internazionale, Fridays For Future, parte del Comitato Scientifico di ReWriters.

Dai temi di degrado ambientale, eventi metereologici estremi, il destino della Terra, Louises Will è praticamente ossessionata come dice lei stessa:

Per lei – spiegano Adriana Luperto e Emanuela Mollica, di Crumb Gallery – rappresentarli, attraverso l’arte, è diventato un modo per esorcizzarli. Tramite il suo lavoro – fotografie, dipinti, installazioni – si pone l’obiettivo di sensibilizzare sulla fragilità della natura e degli organismi viventi. La sua pratica la porta a lasciare lungo le strade di città, luoghi dove ha vissuto o che ha solo attraversato, dei segni, affissioni pirata, dei messaggi subliminali per indurre a riflettere“.

Già sulla vetrina della Crumb Gallery, filtro tra l’esterno e l’interno dello spazio, la Will traccia alcuni di questi segni, leggeri, delicati, come fossero delle ghirlande di foglie che cadono in verticale ma che, osservandoli, ti accorgi essere la rappresentazione di bottiglie, sacchetti di plastica che molto spesso troviamo abbandonati dovunque.

Per questa mostra, l’artista presenta un progetto composto da due serie: Inquinamento atmosferico e Mostri occulti insieme a Come un gioco, un’installazione site-specifc. Il primo è un lavoro recentissimo che lei descrive come

tele che sono assemblage di tessuto cucito insieme. Un po’ per riciclaggio un po’ per dare l’idea del caos generato dalle particelle inquinanti”:

ricrea quell’effetto dovuto all’inquinamento atmosferico per cui le particelle si spostano a causa di venti e correnti in vari luoghi, destabilizzando l’ecosistema. Queste tele stratificate sembrano vive, anche loro in movimento, soggette alle trasformazioni degli impatti sull’ambiente.

Gli effetti delle mutazioni che avvengono nella natura, costretta ad adattarsi e reagire alle contaminazioni, sono l’oggetto dell’altra serie, Mostri occulti – spiega Rory cappelli della Crumb Gallery – fotografie che rappresentano combinazioni di materiale organico trovato e fatto rivivere, trasformato, mescolato“. Mostri appunto perché sono mutati, spiega Louises Will, “occulti perché è un paradosso: mostro, nel senso di faccio vedere, il paradosso della natura, che non è più natura ma si rivolta, si trasforma, occulti perché lo fanno di nascosto”.

Le opere di Louses Will alla Crumb Gallery

Al centro della stanza, un tronco con tanto di radici, trovato e recuperato, macchiato con uno slime solidificato, organico, fatto di mais. Uno slime che anche i bambini potrebbero usare, Come un gioco. Un elemento, presagio di una catastrofe incombente, che ha la funzione di connettere e accordare i suoni della stanza.

Le opere di Will sono state esposte in varie gallerie a Londra, Regno Unito (come Ugly Duck Gallery, la Crypt Gallery e Platform Southwark, per mostre collettive tra il 2018 e il 2020), al Cantiere SanBernardo a Pisa, Italia (mostra personale nel febbraio 2021), al Crypto Expo a Milano, Italia (nel giugno 2022), al Chelsea College of Arts, Londra, Regno Unito (luglio 2022), alla Galleria F 5.6 a Lucca, Italia (mostra personale nel gennaio 2023), a
59 Rivoli a Parigi, Francia (mostra personale nel giugno 2023), al Museo Fattori a Livorno come finalista del Premio Combat (giugno-luglio 2023) e alla Roots Gallery a Pisa (mostra personale nel gennaio 2024).

La mostra, Ecoansia, sarà aperta fino al 7 settembre ed è accompagnata da un catalogo, collana NoLines, edito da Crumb Gallery, con un testo di Rory Cappelli.

Continua a leggere su ReWriters.