Eugenia Romanelli, giornalista e autrice di È scritto nel corpo(Bookme, 2013), storia di amore e passione al femminile – Ci sono storie, anche vere, che spalancano la mente più di qualsiasi tesi. Che c’è meglio di un quadro, un disco, un libro per trasportare nell’immaginario del singolo fruitore un mondo di relazioni nuove, e tra queste l’amore lesbico? In Italia siamo indietro su questo. Ci sarebbe bisogno di più film, più racconti, più programmi tv sul tema dell’amore tra donne, che riempia di pixel questo immaginario così desolato. È anche per questo che ho scritto un romanzo sulla passione travolgente tra due donne, che parla del karma e del corpo: per contribuire a popolare questo immaginario. Credo che l’omosessualità abbia tante motivazioni: è un gusto, un piacere, un vezzo, una questione che ha che fare con la biologia, la psicologia, la curiosità. Da osservatrice, vedo che tante persone, soprattutto tante donne, a un certo punto scoprono dentro di sé dei richiami omosessuali. A cui poi decidono o meno di rispondere. L’ambivalenza fa parte di ciascuno, dipende poi dal coraggio che abbiamo di affrontarla. L’importante è mettersi autenticamente in contatto con noi stessi e con gli altri: si tratti di una persona del tuo stesso sesso o del sesso opposto, la differenza sta nella profondità dell’incontro. Non si parla poi mai della bisessualità, che è il tema del mio libro, l’aspetto delle relazioni che mi incuriosisce di più in assoluto: fare una scelta di partner essendo bisessuali, cioè potendo amare sia uomini che donne è questione ancora più complicata, ricca e interessante.