C’è tempo fino al 29 settembre per vedere la suggestiva mostra Very bad things di Andrea Mastrovito a cura di Ilaria Bernardi presso La Galleria Nazionale di Roma per il ciclo Connection Gallery. Un cazzotto nello stomaco ma capace anche di grande ispirazione, questo lavoro che indaga il complesso rapporto tra donne e potere.

Del resto è anche questa la missione dell’arte, far riflettere, rifondare nuovi immaginari, suggestionare per ottenere risposte. In questa mostra, di certo, Mastrovito costringe il visitatore ad una presenza attiva, sia dando un rilievo originale al femminile nell’arte, sia creando un corto-circuito spazio-temporale connettendo storie che, seppur molto distanti nello spazio e nel tempo, sono accomunate dal tema delle molestie sessuali.

L’episodio biblico di Susanna e i Vecchioni, una delle più antiche narrazioni sull’argomento, o la favola di Dafne che si trasformò in pianta pur di sfuggire all’ardore amoroso di Apollo, da lei rifiutato, vengono correlati alle vicende di attualità che coinvolgono la cronaca quotidiana e il movimento #MeToo, come la controversa vicenda di Ambra Battilana Gutierrez.

“Very Bad Things – spiega la curatrice – trae libera ispirazione da molteplici storie per delineare una narrazione ambigua e di fantasia, in cui i personaggi raffigurati sono simbolici, non identificati né identificabili. La realtà dei fatti, pur nella sottesa violenza, risulta nascosta tra i diversi piani di lettura per condurre il visitatore a riflettere sulla reiterazione, in ogni epoca, di vicende circa molestie sulle donne e su come, molto spesso, sia difficile dimostrare la verità dei fatti. Per questa ragione, attraverso una particolare soluzione espositiva, Mastrovito propone la sovrapposizione tra leggibile/non leggibile, vero/falso, conoscibile/inconoscibile, a sottolineare la dicotomia senza soluzione tra il continuo tentativo dell’uomo di conoscere la verità e l’estrema difficoltà, se non l’impossibilità, di distinguerla dalla menzogna. In un’epoca come quella contemporanea, dove i mezzi di comunicazione accentuano tale complessità attraverso la diffusione di moltissime fake news, l’oggetto di indagine di Very Bad Things è dunque uno dei drammi più caratteristici del nostro tempo: l’(im)possibilità di una comunicazione intesa quale reale strumento di informazione e di conoscenza sulla realtà odierna”.

Connection Gallery è un progetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma – a cura di Massimo Mininni – nato per promuovere il lavoro di giovani artisti, chiamati arealizzare un’opera site-specific per il museo. “Very bad things” è il primo dei tre momenti dedicati ad altrettanti artisti italiani contemporanei, selezionati e abbinati ciascuno a un diverso curatore.

Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Viale delle Belle Arti 131, Roma

T + 39 06 32298221

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