Come spiegare a un bambino che cos’è il terrorismo? È la nuova sfida della casa editrice Librì, che già questa estate aveva fatto parlare di sé per aver pubblicato un libro, sempre per bambini dai sette anni in su, sulla pedofilia, su come difendersene.

Ecco che adesso sta per uscire “Dopo il temporale”, di Hélène Romano, psicoterapeuta e psicopatologa, specializzata in traumi infantili, con le illustrazioni di Adolie Day: quindici tavole di testo e disegni per aiutare gli adulti (genitori, maestre, educatori e figure di riferimento in generale) a trovare le parole per raccontare e descrivere che cosa accade, dentro e fuori di noi, quando c’è un attentato terroristico e soprattutto per soccorrere i bambini e alleviarli da ansie e paure.

Cos’è stato quel tuono che ha invaso la strada? Perché mamma e papà sono così tristi e preoccupati? Perché non mi spiegano che succede?, chiede la piccola protagonista di “Dopo il temporale”: si sente davvero male e nessuno sembra accorgersi delle sue paure.

Anche i bambini sono esposti alle notizie degli attacchi terroristici, si pongono domande e capiscono molto più di quanto si vorrebbe credere. Vedono che perfino gli adulti provano paura e fanno fatica a dar loro le risposte necessarie. Del resto i risultati della ricerca dell’Osservatorio Tips Ricerche di DeaKids a “Cartoons on the Bay”, il festival internazionale dell’animazione cross-mediale e della tv per ragazzi, parla chiaro: il terrorismo per i bambini è la prima paura (il 97% ne conosce il significato e per il 68% è un pericolo vicino).

“Oggi, grazie ad approfonditi studi di follow-up di casi clinici – spiega la Romano – sappiamo che tutti i bambini sono turbati da un evento traumatico anche se non direttamente coinvolti, perché sono molto sensibili ai cambiamenti nei comportamenti di chi li circonda. È il tema di cui parla questa storia raccontando ciò che prova la protagonista, che si trova completamente smarrita di fronte agli sconvolgimenti del suo quotidiano e alle reazioni dei suoi familiari, per lei incomprensibili”.

Spesso, quando i bambini fanno domande, hanno già in testa una risposta, e chiedono per avere confermata la teoria elaborata, che è un modo per placare l’ansia. Molti adulti sono in imbarazzo prima di tutto con se stessi, per la difficoltà a gestire le proprie emozioni, e preferiscono eludere, evitare, cambiare argomento o liquidare con superficialità la richiesta del bambino. Un comportamento decisamente sbagliato: “Il bambino che non riceve spiegazioni – spiega l’editore, la psicopedagogista Cristina Zannoner – costruirà una propria teoria per decrittare ciò che vede accadere e trovare un senso delle cose. E spesso, nel farlo, si convincerà di essere responsabile di ciò che accade”.

Ecco perché è molto utile appoggiarsi a storie costruite da un team di “professionisti dell’infanzia” con l’obiettivo specifico di usare la narrazione per sostenere i bambini, le loro emozioni e il loro bisogno di comprendere, ma che anche gli adulti, aiutandoli a trattare temi delicati. Altro gioiello della collana Collilunghi, dunque, che il curatore, l’illustratore Francesco Fagnani, definisce col claim “Storie che si prendono cura di te”: “Ci proponiamo di offrire risposte – spiega –alle tante domande che escono dalle teste dei bambini, spesso poco considerate dagli adulti. Ogni buona storia, certo, dalle fiabe tradizionali ai classici, si prende cura dei lettori. Le nostre provano a viaggiare sull’instabile confine fra narrazione ed educazione, senza rinunciare a nessuna delle due. E senza preclusioni di linguaggio: dalla prosa, al fumetto, alla poesia, a ibridi ancora da escogitare, non ci sono divieti”.

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