Transex e Intersex: il diritto di essere se stessi. E’ il portentoso titolo del convegno organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Firenze Comitato Pari Opportunità per l’8 novembre prossimo. La data non è un dettaglio visto che, ma in pochissimi lo sanno, ricorre l’Intersex Day of Remembrance, ossia la Giornata della Solidarietà alla Persone Intersex. La giornata sarà dedicata all’analisi dei più rilevanti temi socio-giuridici relativi alle persone transessuali e intersex: “Sarà ricostruito – spiega la Presidente Ilaria Chiosi, che ha voluto l’incontro – il quadro normativo relativo al cambiamento di genere, dalla rettificazione degli atti anagrafici all’autorizzazione all’adeguamento dei caratteri sessuali, e approfonditi alcuni aspetti pratico-applicativi. Si valuterà criticamente, anche alla luce della posizione assunta al riguardo dall’ONU, la pratica italiana di intervenire chirurgicamente in tenera età per la modifica dei caratteri sessuali e saranno analizzati gli strumenti giuridici idonei ad ottenere la rettifica del genere e del nome”.

 

Un tema quanto mai complesso in un momento in cui in tutto il mondo si comincia a mettere in dubbio la credenza (dell’OMS in primis) che la Disforia di Genere (identificazione nel sesso opposto a quello bioogico) sia una malattia psichiatrica (oggi è catalogata fra i disturbi mentali del DSM-IV), e in cui in Italia esce il primo, criticatissimo, blog su un bambino “gender fluid“. Poco si sa, in effetti, soprattutto nello Stivale, sulla materia viva di molte persone che si sentono “intrappolati in un corpo non loro” e che raccontano di essersi “liberati” grazie all’aiuto della chirurgia, capace di riassegnare loro il “giusto” sesso (queste le testimonianze); così come, al contrario, di coloro che vivono la loro identificazione di genere in modo libero e cangiante, “queer”, e che invece di aspirare a una ridefinizione chirurgica del sè, cercano di “rieducare” una società e una cultura secondo loro violentemente binaria.

“Io mi sento gender-queer – racconta Petra P., romana, 24 anni – ossia una persona che non si riconosce nel dualismo uomo/donna. Potrei parlare di terzo genere forse, ma non saprei, perchè io mi sento a volte donna e a volte uomo, e a volte entrambi nello stesso momento. Mi rifiuto di pensare che al mondo esistano solo due generi, determinati dalla combinazione di genitali, cromosomi e ormoni! Essere maschi o femmine è quacosa di molto più complesso e sfumato”.

E intanto in Svezia è boom di adolescenti sessuamente incerti, con incremento del 100% anche di bambini che, anche in età pre-scolare, si mostrano confusi sull’identificazione sessuale: “Dobbiamo assolutamente diventare protagonisti della nostra contemporaneità – aggiunge la Chiosi – l’Italia è ancora troppo indietro, culturalmente, giuridicamente e politicamente, non solo nel rispetto delle diversità ma anche nella capacità di inclusione. Per non parlare dell’ignoranza riguardo ai temi delle nuove identità, improvvisamente esplose nello scenario mondiale degli ultimi 30 anni”.

Intanto, con questo convegno, un primo passo verso quella riflessione sul nostro destino che ha urgenza di risposte; un primo passo per cercare di distinguere i punti evolutivi dalle derive involutive in questo cocktail dal sapore inconfondibilmente bioetico che negli ultimi trent’anni frulla questioni non da poco, come la gestazione per altri e la filiazione omosessuale, ma anche l’avvento dei padri, figura assente e sconosciuta fino agli anni ’70 del 900. Per non parlare appunto di transessualismo, transgenderismo, intersessualità e gender fluid. E’ il momento, perchè tra pochi anni i nostri figli saranno adulti, e lo saranno insieme ad altri adulti cresciuti da due donne o due uomini, o che transitano, o hanno transitato, da una identità biologica all’altra.

Al convegno, anche le testimonianze dirette di Alessandro Comeni, persona intersex, e di Alexcia Germelli, persona transgender, oltre naturalmente alle analisi degli avvocati di Rete Lenford Matteo Mammini e Gabriella Gaglio.

Leggi su l’Espresso