* Eugenia Romanelli, Presidente dell’Associazione Culturale ReWriters, ogni mese firma un editoriale per L’Espresso sulla riscrittura dell’immaginario contemporaneo

“Pagine e immagini capaci di divenire il flusso delle nostre coscienze, dentro cui trovare i nostri protagonisti in immagini nitide, dipinti a olio macchiati di fumo, foto di scheletri spauriti in bianco e nero, la sfilata infinita dei nostri antenati che hanno tracciato le nostre strade, le vite decomposte che ci hanno reso possibili. Eppure è difficile, in un arco di tempo così ampio, sentire davvero questa connessione: guardare questa battaglia a palle di neve, leggere di queste persone così vive dentro le pagine della Calandra, è un prezioso dono di prospettiva, noi siamo loro, loro sono noi. Anche noi scompariremo, diventeremo astrazioni che dovranno essere decifrate dalle persone del futuro, consapevoli del fatto che ci muoviamo nel flusso storico e che i momenti vissuti si dissolveranno come la crosta di neve sui baffi, ritrovandoli poi nelle vite di altri noi”. Sono le parole con cui Simona Arnone recensisce 8, l’ultimo lavoro di Roberta Calandra, scrittrice e sceneggiatrice, con un bel po’ di pubblicazioni all’attivo che così si definisce: “Grafomaniaca compulsiva e lettrice onnivora con punte irrefrenabili di cannibalismo, dopo qualche decennio di collaborazioni con redazioni Rai, dialoghi fiction, commissioni poco rilevanti, inesauste ricerche spirituali, ristrutturazioni esistenziali e lutti gravi, ho dato sfrenata energia al mio mondo interiore producendo romanzi, favole, biografie, spettacoli, saggi, fumetti, aforismi ironici del tutto personali. Sono diventata più felice e attendo solo che l’Amore bussi alla mia porta”.

Un libro che contribuisce alla riscrittura dell’immaginario della contemporaneità perchè offre contro-narrazioni, penetra e scandaglia tematiche di innovazione socioculturale, provoca, invoca, chiama a sè dal futuro: cultura queer, fisica quantistica, buddismo, femminismo, lingue parlate simultaneamente.

8 è una storia di amore che dura 4 secoli: perché in tempi di fisica quantistica la scelta di una narrazione lineare?

Io sono molto più affascinata dalla narrazione del tempo quantico, delle “infinite possibilità in un istante di vita”, direbbe il buddismo, la mia scelta è di comodo e di suggestione, si può leggere come una reincarnazione letterale o come quattro vicende assonanti.

Con che spirito sei andata a misurarti con l’Orlando di Virginia Woolf?

Con la prostrazione dell’umiltà e l’entusiasmo della citazione, ha segnato come nessuno l’esercizio sulle trame d’anima.

4 coppie, 4 combinazioni di amori possibili: tu dove sei?

In un personaggio secondario: Justine, la moglie di uno dei due poeti, ispirata a Mary Shelley, sofferente ma ironica e concreta. Però di Olympia ho il trasporto, di Philippe l’aristocraticità, di Gabriel l’estenuazione, di William la curiosità, di Milena la provocazione, di Greta la timidezza, di Elena il nervosismo, di Giacomo l’incanto naive.

La copertina indica un 8 rovesciato, l’infinito: come declini questa idea nel romanzo e quanto ti appartiene?

Mi appartiene infinitamente. L’8 è la somma dei miei numeri di nascita, 8.3.1968, il mio portafortuna, la vita e la morte che si danno la mano, il cuore e la razionalità, la capacità di ricominciare, sempre, anche dopo i colpi più atroci.

Il libro parla quattro lingue differenti: come hai operato in tal senso?

Studiando, citando, assemblando, rubando dichiarandolo. Otto è un opera di montaggio.

Chi sono i veri eroi del tuo racconto?

Ovviamente tutti, perché dilaniati dallo strappo costante tra l’essere se stessi e andare incontro all’altro, abbracciare la storia o trasgredirla, ma gli ultimi due, quelli apparentemente più banali, hanno per me la chiave di questi giorni, la capacità di cambiamento che ci sta talmente sotto gli occhi che non sappiamo riconoscere.

Il  motore della storia sembra essere la Legge del Karma, che idea ne volevi trasmettere?

Che non possiamo permetterci di giudicare nessuno e tantomeno di dire: “Io non farei mai questo” …credo profondamente nella Legge di causa ed effetto, non come taglione ma come direzione profonda del cuore.

Il tuo lavoro affronta spesso temi queer, introspettivi … il tuo futuro –letterario e teatrale- ne prevede altri?

Si, in entrambe le forme, cerco le circostanze adeguate, c’è tanto da dire sulla diversità, sul rispetto, dietro una superficie di bonaria tolleranza sociale, c’è da essere sottili, scendere sotto la superficie del luogo comune.

MANIFESTO DEL MOVIMENTO CULTURALE REWRITERS:

I Rewriters sono i riscrittori dell’immaginario della contemporaneità.

Il mondo è cambiato, è in atto una rivoluzione. Solo chi non vuole vederla non la vive. Tante persone, sparse in luoghi differenti, da sole o insieme ad altre, hanno iniziato a costruire nuovi universi di senso, a disegnare altri panorami culturali.
La sveglia è suonata, i limiti possono diventare orizzonti, gli atti solitari una visione condivisa: a partire da sè, ma in relazione agli altri, nell’ascolto, nel dialogo, nella condivisione.

Ci piace l’idea di accendere con luci brillanti quello che sembra già visto e, se è vero che le differenze sono un valore, che un punto di vista è solo la vista da un punto, per noi quello della molteplicità è l’unica via.

È ovvio che per raggiungere obiettivi come questi ci sia bisogno del pensiero divergente, creativo, laterale, ma per noi, forse, neanche questo è abbastanza: in un mondo dove trasgredire è diventato regola, non ci interessa la trasgressione perché non ci interessano le regole. Vogliamo piuttosto usare intuizione e consapevolezza come metodo e la memoria come sfida al futuro.

E dato che tutto cambia ogni settimana, ogni giorno, ogni ora, dato che l’arte cambia, come la scrittura, la musica, il cinema, il teatro, la politica, la cucina, le immagini, l’ambiente, la vita, i Rewriters sono una comunità che si interessa di tutto quello che c’è perché tutto è importante.

Basta aprire le orecchie, gli occhi, basta alzare le antenne e lasciarsi andare al flusso. Per accorgersi che niente è più come prima e che c’è tutto da reinventare.

Sostienici con questa campagna di Crowdfunding e visita il sito qui!

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