Vi siete mai persi in un labirinto? E in un labirinto di otto ettari? Risposta: no. Ha infatti appena  inaugurato, il 29 maggio a Fontanellato, in provincia di Parma, il più grande labirinto del mondo. Due chilometri da fare a piedi – sempre che non ci si perda, il che è sicuro – tra dodici specie di bamboo, grande, nano, nero, giallo, un vero orto botanico tematico. E non è tutto, perché il “cuore” del labirinto, l’uscita necessaria per tornare alla propria vita, è una costruzione fantasmagorica con tanto di gigantesca piramide con dentro una chiesa e nasconde due lussuosissime suite prenotabili dal prossimo autunno.

L’orgoglio di una creazione simile non è solo del suo ideatore, l’ultranoto editore e designer Franco Maria Ricci, ma è un sentimento dell’Italia intera, che può vantare un primato davvero eccellente. E non stiamo parlando solo del labirinto, certamente da Guinness: infatti, il mastodontico ingresso, e sembra davvero di trovarsi in compagnia di Dedalo e Minosse, ospita la collezione Franco Maria Ricci, finalmente a disposizione dell’umanità. Pezzi di inestimabile valore raccolti durante una vita che vanno dalla scultura (Bernini, Canova, etc) alla pittura (Hayez, Carracci, Parmigianino, etc), all’incredibile biblioteca con pezzi rarissimi e con la raccolta unica al mondo di Bodoni.

Al piano terra, invece, oltre alla casa editrice Franco Maria Ricci, anche uno spazio per mostre temporanee: “Quella inaugurata oggi, trampolino per lanciare l’intero progetto – spiega il direttore della Fondazione, Edoardo Pepino – è su ‘arte e follia’. In mostra Ligabue e Lizzardi, con la cura di Vittorio Sgarbi. Siamo già sommersi di prenotazioni: al vernissage di ieri c’erano mille persone”.

Il progetto è nato oltre dieci anni fa, quando l’editore decise di mettere a disposizione le sue campagne, beni di famiglia, per creare il labirinto più grande del mondo, all’uscita del quale, quasi come una nèmesi, non vi era un cattivissimo Minotauro divoratore ma, appunto, la collezione d’arte di una vita, una specie di monumento all’arte e alla cultura. E, come Teseo, o forse come un Dedalo col figlio Icaro, Franco Maria Ricci ha ingaggiato niente di meno dell’architetto Piercarlo Bontempi, da cui sono sorte queste strutture ibride tra contemporaneità e neoclassicismo.

“Si tratta di 6000 metri quadrati coperti – continua Pepino – ispirati alla Rivoluzione Francese ma adattati ai materiali della Pianura Padana, ossia in prevalenza mattoni. La passeggiata all’interno degli edifici, o quella nei corridoi all’aperto fatti di bamboo, nella quale appunto necessariamente ci si perde per qualche ora, è un’esperienza davvero suggestiva”.
Vera eccellenza anche la ristorazione stellata, dal bistrot, al ristorante, fino alla gastronomia con degustazione.

www.labirintodifrancomariaricci.it

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