Basta guardare le statistiche sulle coppie che si separano e divorziano in Italia (dal 2008 al 2015 le separazioni sono aumentate dal 28,6% al 33,9% ed i divorzi sono cresciuti dal 17,8% al 29,7%) per avere un’idea dell’attualità di questo libro, “Il papà e la mamma si separano – Come parlarne ai figli” (ETS), a cui l’autore, lo psicologo Armando Ceccarelli, affida il difficile compito di guidare le coppie arrivate al game over.

“Molti genitori che hanno vissuto una vita di coppia infelice – dice lo psicologo – e che si sono separati o che vorrebbero separarsi, si chiedono  se ci si possa separare senza spezzare, insieme al legame  di coppia, anche la vita dei figli. Temono che la separazione introduca nel vissuto dei figli un’esperienza che li condannerà ad una vita complicata, tortuosa, presa dai lacci del tormento nevrotico. A questi genitori è giusto dire che ci si può separare senza danneggiare la vita dei figli. Occorre però seguire una via determinata, percorrere un cammino specifico”.

Il tema naturalmente è scabroso, e non tanto perché la società non sia evoluta ormai da decenni a tal punto ad accettare anche in modo sportivo che le famiglie si sfascino, piuttosto per l’area intima, quasi segreta, a cui per molte coppie, per molte persone, appartiene il vissuto di un fallimento. Perché di fatto di questo stiamo parlando, di una promessa (laica o religiosa poco importa) che si infrange, di un progetto che viene tradito, di un gesto che inverte una determinazione, che esalta un’incoerenza. E la platea, gli spettatori, oltre agli amici più cari e ai parenti (che rappresentano lo sguardo sociale normato), sono anche i figli. Ed è proprio questo il vulnus insopportabile: la consapevolezza che mentre spezzare un legame tra due adulti è un dolore che si può trovare il modo di affrontare, non sempre un bambino ha le risorse per farlo, dato che nella sua mente e nel suo cuore la coppia genitoriale è parte della sua identità.

Il libro però ha un “lieto fine”, ossia mostra come esista una via possibile, una via virtuosa, una via che può addirittura migliorare la vita di un bambino, grazie alla separazione dei suoi genitori. Un libro insomma di speranza e fiducia, umano e vero, ben inserito nelle domande acuminate della contemporaneità ma anche radicato solidamente nella tradizione psicologica e psicoanalitica, pronto quindi a fornire strumenti importanti per tirare fuori al meglio le risorse di tutti i soggetti in ballo.

“Ho voluto creare un oggetto pratico – spiega Ceccarelli – per accompagnare i genitori nel delicato compito di parlare della separazione ai figli, per guidarli nei tempi e nelle modalità della comunicazione, istruendoli ad orientare lo sguardo per cogliere le loro reazioni, aiutandoli a venire incontro al bisogno di sapere che cosa sta accadendo nella loro vita”.

Un volume piccolo ma denso, godibile per tutti nonostante sia opera colta (riflessioni da Freud, Lacan, Bowlby…), perfino con qualche vezzo letterario (J. Safran Foer, G. Carofiglio) e “pillole di saggezza” tratte dalla Torah (la Bibbia ebraica).

Condivisibile per altro la posizione: se amare i figli non è sufficiente per non commettere errori, è anche vero che l’errore maggiore non sempre è quello di evitare i conflitti, perché se il desiderio di fare il bene del figlio si scontra con l’inclinazione di appagare le nostre esigenze, il figlio può diventare, in un certo senso, un nostro “nemico”, e ciò è ovviamente molto pericoloso.

Dopo aver esaminato alcuni tra i più frequenti errori che i genitori commettono (dire la “verità” sulla separazione, metterli di fronte al fatto compiuto, parlare loro nel momento sbagliato, usare delle frasi fatte), il lettore viene condotto sul sentiero che conduce alla nuova famiglia separata e invitato a rispettare sette tappe, sette momenti focali attraverso i quali si dovrà compiere il processo che introdurrà i figli alla nuova organizzazione di vita. Se si avrà la forza di attraversare il dolore e la sofferenza, il risultato non mancherà.

Armando Ceccarelli divide i suoi interessi scientifici e la sua attività professionale tra la Psicoanalisi e la Psicologia Giuridica. In psicoanalisi condivide l’orientamento lacaniano ed esercita l’attività clinica presso il suo studio in Firenze. Come Psicologo Forense è stato per molti anni Giudice Onorario presso la Corte d’Appello di Firenze – sezione per i minorenni –  ed attualmente è Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Firenze e Perito della Procura di Grosseto. Socio fondatore e Presidente dal 2009 dell’Istituto di Psicologia Forense, dirige dal 2013 la rivista “Archivi di Psicologia Giuridica”. Consulente Tecnico per alcuni tra i più importanti studi legali in Italia, è autore di oltre venti pubblicazioni in campo psicologico e di storia della psichiatria. Per la casa editrice ETS ha pubblicato il volume  Autismo e sameness. Studio sulla struttura della relazione autistica (1993) e la traduzione italiana di alcuni testi di E. Kraepelin: La Paranoia (1989),Dementia Praecox (1989), Memorie (1989)

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