Sì, un punto di non ritorno dentro se stessi. Dopo averlo letto, nessuno di noi sarà più la stessa persona, è una promessa. La storia di Brigitte Zébé, infatti, non è solo la vicenda drammatica di una donna rifugiata in Italia (per l’esattezza, di una infermiera congolese perseguitata dal suo governo per essersi rifiutata di uccidere alcuni dissidenti politici), è soprattutto il dono di quel prezioso interrogativo sul modo di stare al mondo e di sentire il mondo che permette, cercando una risposta personale, di compiere un viaggio dentro se stessi alla scoperta della propria autenticità e umanità.

Difficile individuare il genere di questo libro: un documentario sceneggiato? Un romanzo tratto da una storia vera? Un atto politico? Civile? E’ tutto questo insieme, e anche molto altro, ma in fondo non importa poi così tanto, definire: la ricchezza di Io sono con te sta certo nel meticoloso lavoro di ricostruzione e ristrutturazione di una storia di vita, ma soprattutto in ciò che è capace di donarci di noi stessi. E, in questo senso, è profondamente opera letteraria.

Sorprende inannzi tutto la laicità: lo sguardo di Mazzucco sembra non avere appartenenza, anzi, che dico, appartenere in modo compiuto e assoluto a tutto ciò che descrive e racconta. Accompagnati dalla scrittrice, dunque, sprofondiamo dentro ogni episodio come se stesse accadendo a noi, e i sorprendenti effetti speciali del 3D sono dati solamente dall’impatto con le nostre emozioni. Non viene mai formulato un giudizio, nonostante Mazzucco sia inconfondibilmente schierata col suo punto di vista (che però è un arcipelago di panorami), e perfino nel centro dell’inferno (pag. 104 e 105), perfino quando si viene rapiti dall’angoscia delle violenze scabrose e indecenti subite da Brigitte, la scrittrice ci tiene stretti per mano e non tradisce la sua missione: raccontare, raccontare per conoscere, senza mai ammutinarsi alla ricerca di un Tribunale che ci assolva dalla pena di sentire. Sempre, infatti, prevale su tutto l’umanità, non solo l’umanità di chi accoglie, sostiene, aiuta, permette che la vita di Brigitte possa vivere, ma anche la (dis)umanità dei persecutori, di chi viola, distrugge, tortura, uccide: perchè tutto, in questo libro, è vivo, è “umano”.

Chi supera l’angoscia, rinasce. Chi supera pag. 104 e 105, viene ricompensato. Già, perchè alla demolizione fisica e psichica che la protagonista subisce prima di avviarsi verso la morte, segue una lenta, dolorosa, rinascita. E anche tutti noi, con Brigitte, diventiamo Araba Fenice, perchè ci ritroviamo gonfi di speranza e pietà senza più riconoscerci nell’indifferenza dei nostri occhi di cui diffcilmente, senza questo libro, saremmo riusciti ad avere consapevolezza.

Brigitte Zébé, insomma, viene svelata non solo come personaggio protagonista della sua storia, ma anche come simbolo di ciò che in noi è pietrificato e può essere resuscitato. La dignità degli altri, scrive Mazzucco, è il fondamento della nostra libertà, ed è proprio questo principio che, con questa lettura, diventa carne, si incarna in noi, liberandoci per sempre dalle nostre durezze.

Naturalmente, Brigitte non è solo pasto sacrificale per aprirci gli occhi, ma soprattutto una donna in carne e ossa di cui la storia è documento e testimonianza. In questo sta l’atto politico e civile di Mazzucco che, come in Vita narrava l’epopea della nostra emigrazione, o in Sei come sei l’omofobia sociale, anche adesso e ancora una volta si siede dalla parte di chi è oggetto di ingiustizia, di chi non ha voce, di chi è più vulnerabile. Ma lo fa senza dichiarare guerra, perchè appunto l’Italia sullo sfondo non è solo inospitale, inadeguata, omertosa, ma anche accoglientissima, e piena di persone generose, solidali, altruiste, che donano speranza e fiducia.

Toccante, molto, il finale in cui, come in un Effetto Droste impazzito, accade ciò che dovrebbe accadere all’inizio, ma di più non svelerò. Solo questo: Melania Mazzucco ha avuto il coraggio di mettersi in gioco a 360 gradi perchè, lo dice lei stessa nel libro, per penetrare una storia occorre a nostra volta farci penetrare. E così, in filigrana, ecco che compaiono anche emozioni, scelte, atti e pensieri della scrittrice, che non solo non disturbano il lettore, ma anzi, lo aiutano ancora di più ad avvicinarsi a Brigitte.

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