Un goal dopo l’altro quello delle “maginifiche quattro”, l’architetta Emanuela Mollica, la giornalista di Repubblica Rory Cappelli, la comunicatrice d’arte Lea Codognato e la pittrice Adriana Luperto. Sono loro ad avere aperto a Firenze la prima galleria d’arte contemporanea italiana dedicata solamente al genio femminile. Crumb Gallery, dal nome (tradotto) della proprietaria dello spazio, la nota giornalista catanese Ada Mollica, è anche associazione culturale con la mission di trasformare il gap nell’arte tra uomini e donne, e per questo è stata accolta, appena nata, da L’Eredità delle Donne 2019, festival di arte e cultura delle donne diretto da Serena Dandini.

E adesso le Crumb’s angels volano nell’Olimpo della fotografia italiana ospitando i nudi femminili inediti di Letizia Battaglia, che coi suoi ottant’anni e i suoi capelli rosa, per la prima volta espone a Firenze proprio per sostenere il progetto delle donne di Crumb: dal 7 marzo al 7 aprile 2020, via dunque per “Corpi di donna”, 20 opere fotografiche di formato diverso, tra cui molte inedite che toccheranno temi noti ma anche più intimi del suo percorso artistico. «A Firenze, esporrò foto di nudi», dice Battaglia,  «racconto la grandiosità, la bellezza e la dolcezza del corpo femminile. Non sexy o in pose da modella. Una ventina di foto fatte dagli anni Settanta al 2019. C’è la ragazza così come la donna di 70 anni che mentre scatto dice sono bella così come sono. Le ho fotografate con solidarietà e rispetto. A un fotografo si deve sempre chiedere rispetto, lui deve nobilitare la verità. La fotografia è un atto meraviglioso, come fare l’amore. Ma con rigore e senza vanità.»

“Non esistono donne brutte. Le donne sono sempre bellissime. Certo, ci sono anche donne stronze. Ma sono sempre bellissime”: Letizia Battaglia, spiritosa, eccentrica, coraggiosa, ha scelto proprio questa galleria d’arte per la sua prima volta nel capoluogo toscano, offrendo con generosità i propri scatti a una realtà piccola ma con la grinta che solo le iniziative di rottura sanno trasmettere. Dopo la mostra delle tele di Luperto, dopo gli scatti dall’Iran di Cappelli e Codognato, eccoci di fronte a un genio assoluto, una fotografa che nel 2017 il New York Times ha citato come una delle undici donne straordinarie dell’anno. Riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma anche per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia, la possiamo considerare la più nota fotografa di mafia del mondo, impegnata in un racconto senza fine che ha avuto inizio in maniera quasi casuale, come dice lei stessa, negli anni Settanta e Ottanta con gli scatti che l’hanno resa celebre, quelli dei morti ammazzati per le strade di Palermo, burattini con i fili tagliati, un rivolo di sangue che cola dalla bocca o dagli occhi, immagini crude ma che come nessun’altra sanno restituite il sapore di quegli anni amari.

Ma oltre a questi durissimi reportage, ha sempre documentato la vita della gente comune, per la strada, in case miserissime, in luoghi di lavoro, nei mercati, cogliendo, delle situazioni, soprattutto il movimento umano, l’espressione degli occhi, l’atteggiamento della bocca, in particolare delle donne e delle bambine. In questa mostra organizzata alla Crumb Gallery, che prevede anche un originalissimo ed elegantissimo catalogo, i venti scatti esposti raccontano proprio questo aspetto della sua ricerca: le donne con immagini che le ritraggono nude, e ancora donne con scatti che alzano il velo per permettere allo sguardo di vedere proprio là dove altrimenti non si coglierebbe nulla. È questo l’occhio, dice Battaglia. Non la tecnica. Non la conoscenza. Ma la capacità di vedere davvero, stando alla distanza “di un pugno o una carezza”.

Ricordo che Letizia Battaglia ha anche fondato, nel 1991, la rivista “Mezzocielo”, bimestrale realizzato da sole donne, ed è nella lista delle 1000 donne segnalate per il Nobel per la pace, nominata dal Peace Women Across the Globe. È la prima donna europea ad avere ricevuto il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale a New York (1985) e The Mother Johnson Achievement for Life a San Francisco (1999). Nel maggio 2009 a New York viene premiata con il “Cornell Capa Infinity Award”. The New York Times la nomina (unica italiana) tra le 11 donne più rappresentative del 2017. Artista insaziabile e protagonista della visione integrata tra egologia ed ecologia, è stata anche regista, politica (assessore dei Verdi con la giunta di Leoluca Orlando negli anni della Primavera Siciliana, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana), editrice (delle Edizioni della Battaglia) e cofondatrice del centro di documentazione “Giuseppe Impastato”.

CRUMB GALLERY

Via San Gallo, 191 rosso | 50129 Firenze

orari: giovedì, venerdì e sabato ore 15-19

gli altri giorni su appuntamento – 347 3681894

crumbgalleryfi@gmail.com

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