Chi ama la queerness si sarà già abbonatə ai mag-book di ReWriters (qui per abbonarsi) in attesa del numero di giugno, mese del Pride LGBTQI+, quando uscirà Intersezionalità e queerness: la chiave dell’innovazione socioculturale, a cura di Eleonora Santamaria, scrittrice, dottoranda in Letterature, arti e media: la transcodificazione (prima dottoranda italiana in cultura drag).

E soprattutto non può mancare questa installazione performativa, alle 18.30 negli spazi di Zalib, nel cuore di Trastevere, a Roma: due ore in un’opera immersiva fruibile in maniera fluida che permette a ogni spettatorə di elaborare liberamente il proprio significato.

Prodotto da Genderotica, festival internazionale della cultura queer, la performance ha per protagonista Senith, da oltre un decennio performer, drag queer, curatrice di workshop ed eventi, attivista queer, cofondatrice di Eyes Wild Drag, gruppo pioniere di sperimentazione di drag king.

Senith

L’installazione performativa di Senith si avvale della collaborazione di Electra, Velvet Madonna, Mila Morandi Maiorelli, Angelo Venneri e Elisa Zedda, ed è a cura di Roberto Cavallini e Barbara Lalle (prenotazioni qui).

Gli spettatori e le spettatrici faranno un viaggio tra 6 stanze reali e virtuali in cui ascoltare, spiare, immergersi e interagire per mettersi in contatto con i propri
lati oscuri
. Come? Attraverso quadri animati che mixano tecnologia e arte:

“relazioni, tecnologia, lavoro e suo sfruttamento affondano le loro radici, modificando lo stare al mondo, ancor più segnato dai fatti che l’hanno sconvolto negli ultimi anni”, dice l’artista.

Un frullato di teatro, performance art, arti visive: siamo nella contaminazione pura, nella sperimentazione d’avanguardia, nel mondo visionario di chi è sempre satata una pioniera.

E ci si ritrova, in Il lato oscuro del desiderio, protagonistə di uno spettacolo interattivo, talmente tanto che ognuno può scegliere il proprio grado di coinvolgimento (i diversi livelli d’interazione): ne Il buco della serratura si spiano le relazioni tossiche che scatenano l’eterna danza di demoni; in Schiavitù consensuale ci si interroga sul perché si assolva l’esercizio del potere entro le logiche sociali, salvo poi condannare le stesse in ambito privato e consensuale. Si spia anche nella stanza In vetrina: l’oggettificazione dei corpi viene ribaltata con l’affermazione del Sé contro ogni pregiudizio sociale.

I fruitori interagiscono in Dammi l’abito e ti farò il monaco nell’illusione di poter condizionare le scelte del performer quando in realtà ne subiscono la fascinazione.

Ne La chat scopriranno se saranno ancora capaci di guardarsi negli occhi. Diventeranno invece totalmente protagonisti nella stanza del Confessionale, in cui si libereranno dei propri lati oscuri in un’ottica di audience development.

Da notare le coreografie di Mila Morandi Maiorelli e Angelo Venneri (designer Candy Paradise) che valorizzano il lavoro artistico decennale di Senith, che ha performato in 3 continenti, sempre lavorando nella sperimentazione dei generi, dei ruoli e dell’immaginario erotico e ha rappresentato la prima costruzione performativa femminile in Drag in Italia esplorando nuove possibilità legate alla costruzione dei generi e degli immaginari: oggi diremmo precorrendo i tempi.

Anche Roberto Cavallini lascia il segno: sociologo con un Master in New Media e Comunicazione, giornalista e fotografo, ha curato mostre in tutto il mondo. Standing ovation invece per Barbara Lalle, terapista per la riabilitazione neurologica post‐traumatica e docente impegnata quotidianamente nell’integrazione delle disabilità gravi:

“Il mio movente è l’emergenza di dire, che trova luogo nella mia espressività di artista – dice – con cui esploro le modalità in cui il disagio, la deprivazione ed il dolore possano essere compresi e anche superati, soprattitto se narrati”.

Zalib, invece, è una libreria e circolo culturale gestita da ragazzi e ragazze under 30: spazio multifunzionale, lab culturale, offre masterclass, proiezioni, performance, corsi di teatro e di graphic design.

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