Halloween: un libro e un film per riflettere sul mostro che è in noi

Ott 31st, 2020 Articoli

Ed eccoci ad Halloween. Ovviamente in questo blog si parla di relazioni, di ménege, quindi questa volta vi racconto di una storia d’amore noir, per restare in tema. Non sono un’appassionata di mostri, streghe e zombie, eppure questo libro – di cui abbiamo anche un film eccellente – mi ha toccata. Forse perchè spesso la fantasia, le fantascienze, ci permettono di tuffarci in metafore, simboli, significati che la realtà, spesso cruda – quando non crudele – a volte non aiuta a trovare. E invece sono necessarie, le ellissi esistenziali, per sviluppare insight e illuminazioni sul senso della (nostra) vita.

Warm Bodies è un romanzo post apocalittico di Isaac Marion del 2012, uscito in Italia per Fazi editore. Il film, dell’anno seguente, diretto e scritto da Jonathan Levine e interpretato da star del calibro di Teresa Palmer e Nicholas Hoult, prodotto dal team di Twilight, è una citazione colta e affidabile di Shakespeare e del suo Romeo e Giulietta., ma anche de Il principe ranocchio, tradizionale fiaba europea nota soprattutto nella versione pubblicata dai fratelli Grimm.

Il protagonista – uno zombie – diventa infatti umano con un bacio. Ma facciamo un passo indietro e parliamo di queste creature, affamate di cervelli umani. Con uno stile di scrittura fresco, caparbio e scorrevole, Marion ha dato voce vibrante a questo piccolo grande cuore di zombie, dal nome R, di cui non potrete non innamorarvi.

Antieroe per antonomasia, R personifica la crisi esistenziale che stiamo vivendo a livello globale ma anche – fisiologicamente – esistenziale e personale. La società di oggi è rappresentata perfettamente, nonostante il libro abbia ormai qualche anno. Per società di oggi parlo proprio della stringente contemporaneità che stiamo vivendo, Covid ed emergenza climatica compresi. Ed è questa la vera capacità visionaria di questo romanzo, che lo rende definitivo. facendolo sentire quasi il nuovo eroe del mondo.

R, un giovane zombie senza ricordi e senza meta, si ritroverà ad uccidere un ragazzo, Perry. Si nutrirà del suo cervello, gustandosi i deliziosi momenti di quella vita ma anche i suoi momenti buii. Risparmia la fidanzata di Perry, Julie con cui sente un inspiegabile legame, ineluttabile. Grazie a lei sentirà nascere dentro di sé l’attrazione per la vita, per lei riuscirà a mettere insieme più sillabe per riuscire finalmente a parlare e a farsi capire. Non solo: per amore di Julie riuscirà nell’impresa più ardua, resistere alla sua sete assassina di creatura sanguinaria.

E’ questo che stravolge la storia: la storia del romanzo, certo, ma ogni storia, e anche la storia del mondo. L’amore come farmaco contro la distruttività, contro i proprio nemici interni, contro il boicottatore che ci rende (tutti, almeno una volta nella vita) mostri. Con lei, R riuscirà a formare una coppia straordinaria, tentando di cambiare il mondo, un mondo umano che, a ben guardare, ha del mostruoso.

Un libro che ci apre gli occhi senza mezzi termini, dimostrandoci quanto le creature considerate “inutili”, “mostruose”, gli emarginati, gli alieni, coloro che la società del profitto non considera cittadini aventi diritto e interlocutori con una voce, proprio loro, invece, possono donarci una visione valoriale e creativa sul senso della vita.

Questo grande eroe nero ci accompagna in un viaggio emotivo in cui ci si ritrova sparametrati e persi, eppure convinti e incoraggiati che cambiare è possibile, sovvertire, riscrivere, impegnarsi per un rinascimento che oggi chiameremmo cooperazione, sostenibilità, inclusione, pluralismo.

R, avendo conservato il cervello di Perry, riuscirà piano piano a riappropriarsi di quella vita e di quella mente che in realtà è la sua propria, dunque riuscendo a resuscitare, oltre a Perry, egli stesso: sono una persona sola. A quel punto riesce a mettere in atto il piano che un giorno era stato nella testa della sua vittima, al fianco della sua Julie: l’amore perfettamente compiuto può finalmente mettere le radici nella terra desolata di un mondo abbandonato a se stesso.

Un finale scritto un po’ velocemente, ma che lascia un segno indelebile e un messaggio inequivocabile, pieno di speranza: cambiare le cose è possibile, qualunque cosa, basta crederci fermamente. Cercate la colonna sonora, se non altro per rivivere R che canta stonato Frank Sinatra.

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