Non male fare un salto al Castello Pasquini di Castiglioncello in questo autunno bruno, stagione borderline per eccellenza. Venerdi 30 settembre infatti, inaugura “Memories / No Memories”, un progetto fotografico a cura di Sandro Bini e Giulia Sgherri che si interroga sul cambiamento di funzione sociale della fotografia introdotto dalla rivoluzione digitale. 17 giorni per tuffarsi tra le immagini che 26 fotografi, 13 invitati e 13 selezionati in una successiva Open Call, regalano alla contemporaneità grazie alla partnership con Associazione Culturale Deaphoto e Clic.hè Webmagazine di fotografia e realtà visuale.

 

“Il cambiamento introdotto dalla rivoluzione digitale – spiegano i curatori – con l’avvento degli smartphone dotati di fotocamera e con l’esplosione dei social, rischia di far perdere alla fotografia la tradizionale funzione di specchio del ricordo. Oggi infatti la fotografia si va velocemente trasformando da memoria/monumento a comunicazione/intrattenimento”. In effetti, col digitale, l’assenza della matrice fisica delle immagini favorisce la “volatilità visuale” e diventa strumento di relazione in tempo reale: “La testimonianza in diretta – dice Sgherri – favorisce da un lato la democratizzazione dei soggetti e delle situazioni fotografiche dall’altro l’accumulo e la dispersione: una pratica compulsiva che rischia di debordare e farci addirittura perdere, secondo recenti studi scientifici, la capacità stessa di ricordare, nonché creare forme di vera e propria dipendenza da condivisione immediata”.

Ecco perché questa proposta di riflessione, ben rappresentata, uno per tutti, dal lavoro di Eva Tomei, giovane ma esperta fotografa, capace di fare al visitatore un passo indietro senza perdersi nulla della saettante contemporaneità. Cosa, infatti, di più attuale della ricerca sugli scottanti temi dell’emigrazione e dell’immigrazione, del confronto tra civiltà globali, della rappresentazione delle famiglie che cambiano? Un’attualità còlta però attraverso l’archetipo, in particolare attraverso il viaggio di Ulisse e la sua nostalgia, ossia attraverso la ricerca dei miti interiori dell’essere umano.

Dopo aver vinto il premio DIVAG Arte Giovani del Ministero dei beni culturali, esposto al Festival Internazionale di Roma e alla prima fiera internazionale di Fotografia MIA a Milano, pubblicato “Dalla parte di Marcel” (ed Postcart), a Castiglioncello porta il nuovo lavoro “Sulle ginocchia degli Dei”: “Ho viaggiato tre anni – racconta Tomei – lungo il Mediterraneo seguendo le tappe di Ulisse per costruire un viaggio immaginario attorno agli archetipi dell’Odissea, quelli che costruiscono le basi della nostra società, del nostro vivere collettivo sociale ed intimo. Un viaggio contemporaneo in luoghi eterni affinchè per aiutare lo spettatore a trascendere il momento presente lasciandosi andare ad un tempo fuori dal tempo, e cogliere l’antico nel futuribile, e viceversa”.

Un lavoro, spiega Bini, che Tomei ha realizzato sia come flusso che come memoria, cioè come istantanea di un momento che passa ma anche come immagine archetipica. Per questo il progetto è stato interamente realizzato in pellicola con una Zeiss Ikon a soffietto e telemetro: “Volevo che ogni foto fosse unica – spiega Tomei – nonostante il flusso instancabile del tempo”.

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