La non-monogamia etica (la sua sigla è ENM da Ethical Non Momogamy) comincia ad avere un suo curriculum, tanto che la bibliografia scientifica sul tema ha già 50 anni. Di sicuro, insieme alla non-binarietà, è però simbolo della generazione Z, ossia i nostri e le nostre 16-20ntenni. Ma prima di chiederci il perchè, vediamo che cos’è.

Si tratta di relazioni (non esclusivamente sessuali ma anche sentimentali, affettive, romantiche e amorose) responsabili basate sul consenso e il benessere di tutte le persone coinvolte dove ogni partner può avere contemporaneamente più partner. Qualcosa di molto diverso da orge, scambismo, anarchia relazionale, poligamia o relazione fedifraghe, perchè le ENM implicano una co-gestione consapevole della gelosia e rifiutano l’idea che l’esclusività sessuale sia indispensabile per costruire rapporti profondi, impegnati e a lungo termine.

In sostanza, siamo davanti a un inno alla fluidità delle relazioni ma anche a una grande opportunità di crescita personale, perchè per essere ENM e vivere relazioni ENM occorre continiamente lavorare su se stessi per smantellare stereotipi, preconcetti, pregiudizi, oltre all’immenso apparato della monogamia sociale introiettata.

Eccoci dunque catapultati nella post-poliamoria, una frontiera che fa tremare qualsiasi altra avanguardia post moderna perchè mette in discussione e in dubbio i cardini delle società occidentali: decostruzione pura (in ottica Deridda, naturalmente). Direi che i Måneskin sono l’esempio carnale di questa nuova tendenza dei nostri giovanissimə, dato che tutto il loro immaginario e la loro comunicazione ruota intorno proprio all’ENM (foto di copertina presa da qui).

Sono una grande fan dell’ENM (che pratico dal 2009) perchè è cultura affettiva che apre a una nuova pratica basata non sul dominio ma sul consenso, mettendo così all’angolo, attraverso il suo potenziale valoriale e rivoluzionario, una serie di derive che l’archetipo patriarcale ed eterosessista basato sulla monogamia generava. Una cultura affettiva che esclude il giudizio morale applicato al desiderio e alla sessualità, che tanto danno ha fatto in termini di frustrazione e inibizione ma anche di violenza e prevaricazione. Una cultura affettiva che comprende la fluidità sessuale e la non-binarietà, marginalizzando così i soffocanti canoni eteromonocisnormativi.

ENM: una rivoluzione valoriale

Impossibile non citare La zoccola etica, delle psicoterapeute e sessuologhe Hardy e Easton, e il loro concetto di starvation economies, che sta alla base tanto della cultura monogamica quanto di quella capitalistica. Che cos’hanno in comune queste due espressioni dell’occidente? Non è forse il capitalismo che stabilisce che il valore di una persona si misura in base alla sua produttività e sulla performance? Basta fare due più due: noi tendiamo a misurare le relazioni in base a quanto possono dare in termini di status sociale e sicurezza economica. Non funziona sempre così, e per fortuna possiamo imparare da altre latitudini o epoche, dove il bene comune è veramente il più prezioso.

La rivoluzione valoriale sta proprio nel rifiuto della concezione capitalistica attribuita alle relazioni: le ENM concepiscono gli affetti, il desiderio e i sentimenti come risorse inesauribili e non predabili, una sorta di economia circolare delle emozioni, dunque sottratte al possesso e all’assegnazione di valori assoluti.

Tuttavia, per la maggior parte degli occidentali, il vantaggio della monogamia risiede nella sua capacità di crescere una famiglia: “In particolare – sostengono gli studiosi Amy Moors, William Chopik, Robin Edelstein e Terri Conle dell’University of Michigan– alcuni sostengono che i bambini siano accuditi meglio da un solo padre e una sola madre. Tuttavia, i genitori nelle relazioni ENM sembrano trarre vantaggio dal proverbio ‘ci vuole un villaggio per crescere un bambino’. Le persone impegnate in ENM coinvolgono tutti o alcuni dei loro partner nelle attività dei loro figli, attraverso ruoli condivisi o di co-genitorialità. La ricerca di She (2010, 2011) dimostra che i bambini con genitori ENM hanno livelli simili di intimità emotiva con i propri genitori ai figli con genitori monogami e spesso un miglior livello di socializzazione“.

Sempre gli studiosi suddetti, sottolineano che in molti aspirano alla monogamia, ma poi trovano difficile rimanere fedeli e innamorati di una stessa persona per la maggior parte della loro vita: “Le coppie cercano comunemente la terapia a causa dell’infedeltà sessuale. Tra l’altro, l’infedeltà nelle relazioni monogame aumenta la rischio di infezioni sessualmente trasmissibili perché gli incontri sessuali fedifraghi sono tenuti segreti e dunque si ha poi meno probabilità di usare misure protettive durante il sesso nella coppia. Assurdamente si pensa che gli individui impegnati in ENM abbiano più probabilità di diffondere malattie sessuali, mentre, dallo studio fatto emerge il contrario: gli individui che tradiscono sessualmente il partner diadico usano minor protezione rispetto agli individui ingaggiati nelle ENM“.

Perché si predilige le ENM?

Siamo al perchè che ci siamo chiesti all’inizio: perchè la Generazione Zeta predilige le ENM? Dal mio punto di vista, le nuove generazioni stanno riscrivendo tutti i codici ereditati che, come da evidenza, non hanno funzionato, lasciando un pianeta distrutto con società divise. Non hanno funzionato nonostante la tentata rivoluzione degli anni ’70, agita attraverso gli stessi codici binari che costituivano le fondamenta della cultura che si tentava di scardinare: giusto/sbagliato, natura/cultura, giovane/vecchio, etero/gay, maschile/femminile, competente/incompetente, umano/animale, animato/inanimato. Invece le parole chiave, che i nostri figli stanno comprendendo benissimo, diventando per davvero attori e attrici del cambiamento, sono: multipotenzialità, transizionale, cybernetics, adaptiveness, fluidity. Tenetele a mente.

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