L’immagine della locandina l’ha concessa Milo Manara in persona per sostenere la prima dello spettacolo “Lo schizzo”, alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, giovedì 19 settembre 2019 alle ore 21.

Su testo e regia di Maura Gigliotti, in scena la splendida Senith, performer, art director del festival GendEroticacapace di rappresentare con magnetismo e talento la storia di un passaggio dalla vergogna all’orgoglio.

“Una donna che cerca di ascoltare se stessa – spiega la regista – le proprie necessità e il proprio desiderio demonizzato. Dal turbamento alla curiosità, un percorso duro, un racconto tutto in soggettiva che, da una sfera intima tenuta nascosta come oggetto di cui vergognarsi, gradualmente passa a una sfera pubblica, ad una dimensione sociale e, a suo modo, politica”.

Schizzo, squirting. La parola inglese, è in vetta alla lista di quelle più cercate sui motori di ricerca. Lo si cerca come un fenomeno straordinario, al limite del bizzarro. Un mistero? Forse meglio dire un tabù, benché addirittura già Aristotele ne parlasse e, fino al XVII secolo, fossero numerosi i trattati di anatomia e medicina in cui si menzionava l’eiaculazione femminile. Eppure gli scienziati italiani liquidano il fenomeno legato all’orgasmo e al piacere femminile come “Prolasso della vescica”. Di fatto le donne se ne vergognano: hanno assunto la visione maschile, quel qualcosa di sporco e malato da nascondere.

E invece Sara, una donna di quarant’anni, due figli e un marito-padrone, obbligata a essere solo madre e moglie, si ribella e comincia, tra mille contraddizioni, ad affacciarsi ad altre esperienze sessuali, reagendo ai sistemi di falsi valori che l’hanno ingabbiata.

“Sara scopre gradualmente la propria dimensione erotica – spiega l’attrice – l’eiaculazione femminile, che dapprima ignora e vive con vergogna, timore, temendo di essere malata. Ma poi, in una struttura temporale sospesa tra continui flashback, anticipazioni e presente, ritrova, in maniera anche tortuosa e sofferta, l’amore e il sesso. In definitiva, se stessa”.

Uno spettacolo che consiglio per il valore che è capace di sviluppare in termini non solo artistici ma anche in quanto a opportunità di riflessione se non addirittura decostruzione di alcuni stigma: non male, attraverso l’arte teatrale, immergersi in un percorso che ha l’ambizione di proporre un viaggio al femminile attraverso la ricodificazione del corpo per costruire una nuova soggettività. Ovvio che lo scontro è tra il “ruolo” imposto dal maschile: chi vincerà?

www.senith.org

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