Se lo fai, sappi che fai schifo. Lo ha detto qui Aurora Ramazzotti, et voilà, ah l’Italia, le solite polemiche. Noi di ReWriters, come sempre, cerchiamo di intervenire per comprendere e far comprendere i fenomeni, senza giudicare, ma cercando di offrire alternative agli standard di ragionamento, chiedendo aiuto al pensiero divergente (o laterale, creativo), per incentivare lo sviluppo di nuove buone pratiche per una più matura e intelligente convivenza eco-bio-sociale.

Intanto, cos’è il cat calling (chiamata del gatto, letteralmente): avviene per strada attraverso il lampeggiare dei fari, il rumore di baci, i commenti sessisti, strombazzamenti, fischi di richiamo, etc. Sapete bene di cosa parliamo, se siete donne. Infatti, nonostante tutti i sessi siano possibili destinatari, le donne sono colpite in maniera decisamente più frequente. Già trenta anni fa, la Harvard Law Review studiava la questione, e i dati erano chiari: le molestie sono per lo più opera di uomini ai danni delle donne giovani. Vent’anni dopo, nel 2014, i ricercatori della Cornell University e dell’associazione Hollaback! hanno condotto il più ampio studio interculturale a livello internazionale sul tema delle molestie di strada: la maggior parte del cat calling avviene contro donne durante la pubertà. L’organizzazione senza scopo di lucro Stop Street Harassment, attraverso uno studio internazionale online del 2008 rappresentativo a livello nazionale sulle molestie di strada negli Stati Uniti, ha rilevato che “sulla base di 811 donne, 1 su 4 ha subito molestie di strada nei primi anni delle scuole medie e quasi il 90% entro l’età di 19 anni”.

Mentre da noi si fatica a far approvare una legge banale (non me ne voglia Zan) contro l’omotransfobia basata sul buonsenso, dalle Filippine (2019) al Perù (2015) i cosiddetti “ppappagallisti da strada” come – dicevamo – atti misogini, ammiccamenti a sfondo sessuale, sguardi invadenti, barzellette sessiste in pubblico o online sono puniti con la legge. In Francia, dal 2018, si aggiunge anche che il rapporto tra un maggiorenne e una persona di età pari o inferiore a 15 anni può essere considerato stupro se il giovane è giudicato non consenziente ed incapace di dare consenso.

Ma torniamo al mood di questo blog, che riguarda le relazioni, ossia tutto l’apparato emotivo, cognitivo, psicologico, affettivo, sentimentale, sensoriale, sessuale (salubre o meno) che si innesca tra due o più individui che si ritrovano a correlare. In questo caso, il cat calling, ovviamente parliamo di una relazione non consenziente. Ed è questo il punto su cui mi vorrei soffermare.

Al di là del fatto che a molte donne piace e lusinga ricevere apprezzamenti in strada, che nazionalità diverse possono avere reazioni diverse in merito alle molestie di strada (per i brasiliani, ad esempio, le avance sessuali sono considerate un comportamento romantico, innocente, amichevole e innocuo mentre per gli americani si tratta di aggressione), resta ineluttabile e insindacabile il fatto che, senza consenso, niente è lecito e tutto è abuso.

Questo, a mio avviso, deve valere al di là di qualsiasi fattore culturale e, anzi, forse occorre aiutare le persone (donne in questo caso) a diventare consapevoli del fatto che possono connettersi con se stesse ed esprimere la loro volontà e i loro desideri senza che altri lo facciano per loro, anche se l’usanza, la cultura o il rito prevedono altro (discorso lungo, ma mi vengono in mente le donne “consenzienti” alla cliterodoctomia e l’infibulazione, ad esempio, proprio in virtù di un’appartenenza culturale ad una pratica corrente, a un rito, a un modo di vivere…).

Quindi, cara la mia Aurora, fai bene ad arrabbiarti e a denunciare chi ti disturba per strada, e ti ringrazio a nome di tutte le donne che non hanno avuto o non hanno la tua energia, il tuo coraggio, i tuoi slanci eppure si sentono umiliate, offese, disturbate, impaurite da chi ammicca o fa anche di peggio. Fai bene a denunciare il cat calling perchè la tua reazione aiuta a sviluppare una cultura del rispetto che basa ogni tipo di relazione sul consenso e non sul dominio e la prevaricazione. Fai bene perchè apri la strada alla discussione di una legge che tuteli le donne, soprattutto le più giovani. Fai bene perchè crei un nuovo immaginario e riscrivi la storia delle possibilità delle generazioni future di donne, aprendo una finestra su nuovi modelli e modi di stare al mondo.

La tua ribellione ci insegna che non più, nel 2021, tutto è possibile agli uomini, che anche per loro è arrivato il momento di confrontarsi col senso del limite, che non sono più i soli padroni del mondo, delle donne che lo abitano, delle risorse che consumano. Fai bene perchè insegni alle ragazze di oggi cosa sia l’empowerement e la self confidence e ai nostri vecchi politici che, per prendere voti, occorre riscrivere i parametri socioculturali, etici, bioetici, ecologici con cui pestare il suolo di questo pianeta e attraversare la vita che ci è stata data in dono.

Il racconto del tuo desiderio legittimo di vivere in libertà è quello che abbiamo bisogno di ascoltare, anche per poter godere, con la stessa libertà, degli apprezzamenti che, al contriario, potremmo eventualmente desiderare.

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