Stiamo parlando di un ristorante tra i più originali a Roma. Basta pensare che, appena entrati, l’occhio piomberà su una straordinaria vasca da bagno antica, con uno specchio d’altri tempi, una poltrona da dentista d’epoca, biciclette primo Novecento appese al soffitto e vecchie scritte pop di bar anni ’50. L’ambiente è decisamente vintage e curatissimo in quanto a scelte di design e architettoniche. Il piano rialzato con pavimento in assi di legno e quattro o cinque tavolini che si affacciano sulle grandi vetrate luminose che danno sullo scorrere del fiume Aniene, finisce sull’angolo relax, dove volendo una cena unformal si può anche mangiare, con poltrone, divani e cassettoni della nonna.

Insomma, se siete romantici e oltre allo sturm und drang amate il décor délabré, quello stile imperfetto e sbertucciato, siete nel posto che fa per voi. Per non parlare del quartiere: via Pietralata è un angolo di periferia strappato degrado che in pochi anni è diventato un punto di riferimento per gli young adult chic e radical della città, artisti e intellettuali in primis. I tre piani di capannone, ristrutturati fino a diventare meta irresistibile per i cultori del bello, ospitano, oltre al Lanificio Cucina, corsi di danza, djs set, mercatini vintage dal sapore londinese, diventando una sorta di factory.

Ed ecco che, da fine febbraio, dopo dieci anni di format infallibile, la moderna osteria, già ricca di rivisitazioni, percorsi gastronomici innovativi e sperimentazioni, fa ancora un passo in avanti: il pop-up corner dedicato alla cucina orientale e gestito niente di meno che da Rogerio Matsumoto, chef di San Paolo del Brasile di origini giapponesi che negli ultimi 13 anni ha portato in Italia, in diversi e noti ristoranti di Sushi e Fusion.

Matsumoto e la sua arte coesisteranno con lo chef resident Leonardo Orchi attentissimo a non obliare la tradizionale cucina italiana, ma provocherà l’ospite con alcuni piatti fusion irresistibili come il bao con carciofo fritto, crème fraîche e carota, o con guanciale affettato, mela fermentata, maionese giapponese e sansho, o con calamaro marinato e fritto, togarashi, basilico e maionese giapponese al limone. Non male anche il tortino di riso giapponese saltato, furikake, gamberetti e peperoni essicati, tuorlo d’uovo in camicia.

Provare per credere: prenota qui.

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