Il claim è chiaro: uno spazio per ridisegnare il ruolo delle donne nella letteratura. Il format è classico, ma rosa: presentazioni, incontri, ritratti di scrittrici che hanno lasciato il segno nella letteratura contemporanea, letture, laboratori di scrittura e laboratori di lettura per bambini e bambine. Dopo la prima edizione di inQuiete 2017, adesso si vola più in alto, e le partecipanti verranno da tutto il pianeta. A patto però che il crowdfunding funzioni (e funzionerà): sosteniamo la creatività e il pensiero femminile (dona su Produzioni dal basso)!

Le prime a dare il loro sostegno le conoscete: Loredana Lipperini, Michela Murgia, Chiara Valerio, Letizia Muratori, Maria Rosa Cutrufelli, Ritanna Armeni, Francesca Melandri, Elena Stancanelli, Paola Soriga, Gaia Cenciarelli, Emanuela Canepa, Letizia Pezzali, Veronica Raimo, Rosella Postorino, Antonella Lattanzi, Nadia Terranova, Nadia Fusini, Simona Baldelli, Lisa Ginzburg, Nina Brochmann e Ellen Stokken Dahl, Giusi Marchetta, Carola Susani, Viola Di Grado, Francesca Genti, Federica Tuzi, Tiziana De Rogatis, Giulia Anania, Laura Pugno, Florinda Fiamma, Natascia Wodin, Violetta Bellocchio, Chiara Gamberale, Igiaba Scego, Alessandra Di Pietro. E io.

“Vogliamo anche quest’anno costruire uno spazio di parola pubblica, di incontro, riflessione, uno spazio vitale – spiega Barbara Leda Kenny, socia della libreria delle donne Tuba dal 2007 e caporedattrice di  ingenere.it, webmagazine su economia e società in una prospettiva di genere – tre giornate dedicate alle donne che scrivono, alle lettrici e ai lettori. Un tempo per stare insieme, per mettere in comune un patrimonio prezioso, per rinsaldare il patto narrativo fra le scrittrici e il pubblico. Un festival per dare visibilità alle scrittrici e mettere in luce una parte di mondo più ampia e immaginare orizzonti e soluzioni diverse. inQuiete è la nostra risposta a chi pensa ancora che le donne raccontino storie minori, siano protagoniste solo in seconda serata, non trovino spazio nella permanenza“.

Tutto è nato nel 2017 alla libreria delle donne di Roma Tuba, da dieci anni motore che promuove le capacità e le opere delle donne – oltre a moltissime altre cose – rappresentando un punto di riferimento in città: la prima edizione del Festival, realizzato grazie all’Associazione MIA, ha riscosso un tale successo da lasciare senza fiato le organizzatrici: “La sorpresa più straordinaria – dice Francesca Mancini, PR per ActionAid Italia, dopo molti anni presso l’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio durante i quali ha ideato e organizzato diversi festival letterari, tra i quali Gita al faro e Procida Racconta – è stato rendersi conto di non essere sole e aver interpretato il desiderio diffuso di uno spazio critico per ridisegnare il ruolo delle donne nella letteratura“.
Quest’anno le donne si sono moltiplicate e adesso sono centinaia: “Siamo un gruppo di donne che condividono passioni e ideali – spiega Maddalena Vianello, dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Lazio. Se inQuiete è cresciuto così velocemente è stato grazie al coinvolgimento di centinaia di persone che hanno creduto in questo festival, delle scrittrici, attrici, fotografe, artiste, delle animatrici degli spazi laboratoriali, di tutte le persone che hanno contribuito economicamente, delle associazioni e realtà imprenditoriali che ci hanno sostenute, e della rete di progetti che ha messo a disposizione energie e competenze”.
Dunque inQuiete inteso come comunità: “Un Festival gratuito e aperto alla partecipazione di tutti e tutte – sottolineano Viola Lo Moro, socia della libreria delle donne Tuba e redattrice della rivista femminista DWF e Barbara Piccolo, anche lei socia della libreria – perché crediamo che la cultura contribuisca a qualificare i quartieri, creare relazioni positive, arricchire le persone e per tanto deve essere bene comune”.
Come donna, come scrittrice, come attivista in difesa delle diversità, anche io mi associo a questo bellissimo progetto e invito amiche, colleghe, cittadine, ragazze, nonne e tutte le donne che desiderano sentirsi rappresentate in un mondo che sia a loro misura, a donare quanto possibile per far sì che questo progetto diventi un interlocutore di spessore in una società, la nostra, sempre più povera di punti di vista.